Lavoro fuori orario, il 65% dei Millennial si sente obbligato a essere reperibile nel tempo libero

L’Italia è tra i paesi più stakanovisti al mondo. Molto del lavoro extra, però, non deriva da una scelta autonoma, ma dalle aspettative del datore di lavoro

Tempo libero cercasi. Nell’era dello smart working e dei lavoratori freelance, sembra che il tentativo di bilanciare vita e lavoro sia fallito miseramente a vantaggio del secondo. Secondo l’ultimo rapporto di Randstad Workmonitor, che ha coinvolto nell’indagine 34 Paesi, l’Italia è tra gli Stati europei che meno riescono a liberarsi degli impegni di lavoro durante le ore libere. Stando al report, il 71% degli italiani risponde a telefonate, email e messaggi di lavoro anche in ferie o al di fuori dell’orario retribuito. Una percentuale di 6 punti superiore rispetto alla media globale. In Europa, nello specifico, fanno peggio di noi solo Portogallo e Romania.


Dati Workmonitor, elaborazione Grafica Sole 24 Ore

Le pressioni dell’azienda

Per i dipendenti, molto dello “stacanovismo” non deriva tanto da una scelta autonoma, ma dalle aspettative del datore di lavoro. Queste sembrano essere più alte sugli uomini (il 63% degli italiani contro il 58% della media globale, a fronte di un il 55% delle italiane contro il 47% della media mondiale) e sui lavoratori al di sotto dei 45 anni. I Millennial, infatti, hanno dichiarato per il 65% di essere disponibili oltre l’orario di lavoro e per il 59% di essere reperibili nel tempo libero alle chiamate di lavoro (a fronte di un 52% dei dipendenti senior).


Ma la situazione riguarda oltre la metà dei dipendenti in generale: più della metà dei lavoratori ha dichiarato che le aziende si aspettano che i dipendenti siano disposti a lavorare oltre l’orario d’ufficio (59%, contro il 56% della media globale) e che rispondano ai messaggi nel tempo libero (52%, contro il 45% della media degli altri paesi). Tra i Paesi europei, soltanto Spagna (60%), Romania (65%) e Portogallo (75%) si sentono più sotto pressione dell’Italia per le ore straordinarie (non retribuite), e solo Portogallo (56%) e Romania (57%) si sentono più obbligati di noi a rispondere a chiamate, email e messaggi.

I dati, che di per sé sono già negativi, sono peggiorati da altri indici che mettono in relazione l’Italia con il resto del mondo. Stando a un rapporto Ocse, l’Italia è il Paese che lavora di più (dopo Lettonia e Grecia) e produce e guadagna meno.

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