Napoli, in corso la demolizione della Vela Verde di Scampia – Il video

In serata ci sarà un concerto per “salutare” la Vela Verde, organizzato dal Comitato Vele di Scampia

Iniziata alle ore 11.17, è in corso la demolizione della prima delle ultime quattro Vele di Scampia. Nessuna esplosione spettacolare, niente polveroni, ma una lenta e inesorabile demolizione con una ruspa in grado di arrivare fino a 52 metri di altezza. Sono le ultime ore della Vela Verde di Scampia, la quarta delle sette progettata dall’architetto italiano Francesco Di Salvo per il quartiere di Napoli. Le prime tre Vele sono state abbattute tra il 1993 e il 2005, con quintali di esplosivo. L’intero insediamento era stato pensato per ospitare 45mila persone. Ne arrivarono invece 60mila prima del 1980, e con il terremoto del 23 novembre 1980 la popolazione arrivò sopra i 100mila abitanti.


La settima Vela, la Vela Celeste, con i suoi 247 appartamenti rimarrà in piedi per ospitare gli uffici della Città Metropolitana. Per ora, la Celeste ospiterà anche gli alcuni abitanti della Verde, almeno fino a quando non saranno pronti i nuovi alloggi. Qualche inquilino è già stato trasferito, ma per gli occupanti non sono ancora state disposte delle soluzioni. Il Comitato Vele Di Scampia, che sostiene un progetto di ripensamento collettivo e partecipativo del quartiere, ha organizzato per la sera di oggi, 20 febbraio, un concerto per “salutare” la Vela Verde. «Un abbattimento che non è solo la demolizione materiale di un edificio – scrivono su Facebook – ma è la consacrazione reale di un processo di decisione collettiva e popolare e di un risultato che guarda immediatamente a tutto ciò che c’è ancora da fare!».


Il progetto Restart Scampia e le demolizioni

Il progetto che ha portato alla demolizione della Vela Verde si chiama Restart Scampia,  e vi confluiscono circa 107 milioni di euro tra fondi nazionali e risorse del Patto per Napoli. Gestito dal Comune di Napoli, non ha voluto riparare», «riqualificare» o «risistemare» il quartiere, ma si propone «drasticamente di «azzerare tutto e ricominciare»con un nuovo assetto urbanistico. A lavorare alla nuova Scampia saranno gli stessi abitanti del quartiere, grazie a una clausola sociale che prevede l’impiego di persone del posto.

La macchina che dovrà occuparsi della demolizione, arrivata nel cantiere qualche settimana fa, comincerà a lavorare sotto lo sguardo del sindaco Luigi de Magistris. L’utilizzo della speciale ruspa permetterà di ridurre anche la dispersione delle polveri dopo che è stato bonificato l’intero edificio, eliminando anche l’amianto. Il progetto Restart Scampia impegnerà anche le facoltà di Architettura e Ingegneria dell’Università Federico II di Napoli.

La rivendicazione di Renzi e le critiche di Carfagna

Non mancano le rivendicazioni della politica: «L’abbattimento delle Vele di Scampia è un bellissimo messaggio per Napoli e per tutta Italia. Nessuno ricorderà come è stato finanziato questo intervento (Piano Periferie 2016) ma poco importa», scrive su Twitter Matteo Renzi. Per Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e consigliere comunale di Forza Italia a Napoli, la demolizione della Vela rappresenta un’occasione per criticare il Sindaco di Napoli: «La demolizione della Vela verde di Scampia è una vittoria per Napoli ma non è una vittoria del sindaco De Magistris che ne promette l’abbattimento da tempo immemore».

«Il sindaco oggi non si fregi di questo traguardo – continua Carfagna – perché il ritardo accumulato nel portare a termine l’operazione dimostra ancora una volta che nella sua scala di priorità viene prima l’affermazione del suo ego». Per De Magistris si tratta invece di un traguardo raggiunto grazie alla collaborazione con più Governi. «Ora che abbiamo tutti i fondi – ha aggiunto il Sindaco – non ci sono più alibi. Dobbiamo lavorare tutti insieme per fare bene e presto», un riferimento alla ristrutturazione che dovrà seguire la demolizione.

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Foto copertina: dal profilo Facebook di Omero Benfenati, attivista di Comitato Vele Di Scampia