Coronavirus, quarantena volontaria per chi torna dalla Cina: firmata l’ordinanza con obbligo di avviso alle Asl al rientro

La task force dispone la sorveglianza attiva. Indicazioni anche per i medici di famiglia: prima della visita dei pazienti con sintomi sospetti, il triage è telefonico

Misure stringenti per la nuova fase Coronavirus che vede l’Italia, per la prima volta, vittima della circolazione del virus con i primi casi di contagio sul territorio nazionale, in Lombardia. Il ministero della Salute ha firmato un’ordinanza con la quale viene disposta la quarantena “fiduciaria”, vale a dire una quarantena su base volontaria per chiunque sia rientrato da un viaggio in Cina negli ultimi 14 giorni.


Inoltre, con l’ordinanza, il ministro Roberto Speranza ha disposto la “sorveglianza attiva” per chi nell’ultimo periodo è stato nelle aree a rischio del Paese asiatico. Dunque, così come indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), queste persone hanno l’obbligo di segnalare alle autorità sanitarie locali di essere rientrate in Italia e dovranno sottoporsi agli accertamenti necessari.


Il ruolo dei medici di famiglia e il triage telefonico

Intanto, arrivano indicazioni dalla Federazione italiana dei medici circa il comportamento da adottare in caso di sintomi sospetti. «Prima di fare una visita domiciliare o di ricevere in studio un paziente con sintomi sospetti da Coronavirus, i medici di famiglia faranno un triage telefonico», dice il segretario nazionale della federazione italiana medici di medicina generale, Silvestro Scotti. L’obiettivo è naturalmente quello di evitare contatti a rischio.

Nel corso della telefonata saranno fatte domande sui contatti avuti, sulla capacità respiratoria del paziente e su eventuali episodi di dispnea. Tutti i medici di famiglia hanno ricevuto oggi una mail dettagliata con i passaggi completi da rispettare per il triage telefonico.

Inoltre, il medico di famiglia che visita un paziente con sintomi sospetti da Covid-19 dovrà essere dotato di un sistema di sicurezza precauzionale: «Mascherine, tuta e occhiali (forniti dall’Asl) per evitare di diventare lui stesso soggetto contaminante – spiega Scotti, che ha illustrato l’iter da attivare in caso di visita a un paziente con sintomi sospetti -. Nel caso in cui abbia visitato un paziente risultato poi positivo senza sistema di sicurezza, dovrà essere messo lui stesso il quarantena».

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