Coronavirus, si trasmette anche in assenza di sintomi. Burioni: «La pericolosità sta nella contagiosità degli asintomatici»

Il coronavirus ha la capacità di trasmettersi efficacemente anche in assenza di sintomi. A dimostrarlo uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine

Esiste uno studio cinese secondo cui la quantità di Coronavirus presente nel naso e nella gola di pazienti asintomatici può raggiungere livelli paragonabili a quelli dei malati con sintomi, il che fa di loro soggetti potenzialmente infettivi. I risultati della ricerca, pubblicati in una lettera al New England Journal of Medicine, dimostrano che la quantità di virus raggiunge il picco subito dopo la comparsa dei primi sintomi, con livelli più alti nel naso rispetto alla gola. Lo studio sarebbe stato condotto su 18 pazienti, di cui uno totalmente asintomatico.


E proprio sul fatto che il coronavirus replica bene anche in chi non ha alcun sintomo ha insistito il virologo Roberto Burioni sulla pagina Facebook di Medical Facts. «Sin dall’inizio di quest’epidemia abbiamo ribadito che, prima di esprimere giudizi definitivi sulla sua reale gravità, è necessario conoscere nel dettaglio le caratteristiche del coronavirus che la sta causando. A partire dalla sua capacità di trasmettersi in modo efficace in assenza di sintomi evidenti». «Sin dal primo giorno – ha scritto Burioni su Twitter – ho sostenuto che la pericolosità di questo virus sta nella contagiosità degli asintomatici. Dal primo giorno alcuni mi hanno dato contro. Dal secondo giorno i fatti hanno dimostrato che avevo (purtroppo) ragione»


Con lo studio pubblicato sul New England Journal of Medicine «si inizia a fare chiarezza: per la prima volta – spiega Burioni – sono riportati in modo puntuale alcuni aspetti riguardanti il virus. Per ogni paziente, infatti, è stata rilevata la quantità di virus (in gergo si parla di carica virale) presente nel naso e nella gola, in vari giorni successivi alla prima comparsa dei sintomi. Per il soggetto asintomatico è stato fatto lo stesso, calcolando i giorni a partire dal contatto con un soggetto infetto».

«L’analisi di questi dati – sottolinea in conclusione Burioni – ha dimostrato come la quantità di virus raggiunge il picco subito dopo la comparsa dei primi sintomi, con livelli più alti nel naso rispetto alla gola. I pazienti stanno ancora relativamente bene, ma hanno già livelli elevati di virus nelle prime vie respiratorie».

Anche l’organizzazione mondiale della Sanità (Oms) nel primo pomeriggio di oggi ha espresso preoccupazione a proposito dei contagi senza i legami chiari. «Anche se il numero di contagi fuori dalla Cina rimane relativamente basso, siamo preoccupati per il numero di contagi che non hanno un chiaro collegamento epidemiologico, ad esempio che non hanno viaggiato in Cina né hanno avuto contatti con casi confermati», ha detto il capo dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus nel briefing quotidiano sull’epidemia di coronavirus.

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