Siria, Erdogan e Putin raggiungono un cessate il fuoco a Idlib

Entrambe le parti hanno ribadito che l’obiettivo primario rimane «l’integrità territoriale della Siria»

II presidente turco Recep Tayyip Erdogan e Vladimir Putin hanno trovato un’intesa per frenare l’escalation militare nel nordovest della Siria, a Idlib. Dopo quasi sei ore di colloqui bilaterali i due leader hanno stabilito un cessate il fuoco che entrerà in vigore a partire dalla mezzanotte del 6 marzo e sarà monitorato dalle forze turche.


Un incontro voluto e cercato da Erdogan dopo che la scorsa settimana 33 militari turchi sono stati uccisi dalle forze di Assad nella provincia nordoccidentale di Idlib. In risposta Ankara ha lanciato un’operazione militare nella regione contro l’esercito del regime siriano. All’inizio dell’incontro Putin ha ricordato come «decine di soldati» turchi sono morti in un attacco aereo siriano perché «nessuno sapeva che fossero lì».


«Le forze del regime siriano hanno violato gli accordi, e gli abitanti di Idlib sono scappati. Assad vuole spazzare via i civili in quella regione e noi non staremo a guardare», ha dichiarato Erdogan, sottolineando che la cooperazione fra Ankara e Mosca è «a un alto livello» e questo permette «di raggiungere degli accordi», di trovare «un punto comune».

Lo snodo strategico dell’autostrada M4

Il presidente turco però non ammetterà alcun passo indietro sulla cessazione delle ostilità: «Risponderemo se attaccati». I due capi di Stato hanno stabilito anche la creazione di un corridoio di 6 km a sud e nord della autostrada M4, l’arteria strategica che collega la città portuale di Latakia con Aleppo e su cui Putin sperava da tempo di mettere le mani.

Putin e Erdogan rimangono schierate su fronti opposti. Ma il colloquio di Mosca ha messo ancora una volta in chiaro come il presidente russo sia un interlocutore imprescindibile per il futuro del conflitto e dei suoi negoziati. I due leader hanno ribadito che l’obiettivo primario rimane «l’integrità territoriale della Siria». Uno scenario già visto a ottobre, quando un incontro tra i due leader mise fine all’intervento turco nel nord est del Paese, dove Ankara era deciso a creare una safe zone per cacciare i curdi siriani del Pyd/Ypg .

Integrità territoriale della Siria

«Non sempre concordiamo su tutto, ma in ogni momento critico siamo sempre stati in grado di trovare un’intesa comune e arrivare a una soluzione: lo abbiamo fatto anche oggi», ha sottolineato il presidente russo Vladimir Putin, ribadendo come entrambi i Paesi credono «che si debba mantenere l’integrità territoriale della Siria e che si debbano combattere i terroristi: spero che questi accordi contribuiscano a costruire una base per fermare l’escalation in Siria e fermare la crisi umanitaria».

Ma una delle preoccupazioni maggiori del presidente turco rimane l’alto numero di sfollati a causa del conflitto: un milione di profughi che preme verso il confine turco, oltre ai 4 milioni già accolti dalla Turchia. Una situazione che ha spinto Erdogan ad aprire le frontiere verso l’Europa consapevole che le le paure di Bruxelles su una nuova ondata di profughi, come quella che nel 2016 portò all’accordo sui migranti con Ankara, avrebbe riportato l’Europa al tavolo.

Foto copertina: EPA/MICHAEL KLIMENTYEV / SPUTNIK / KREMLIN POOL | Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il presidente russo Vladimir Putin a Mosca, Russia, 5 marzo 2020

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