Sempre più concreta l’ipotesi che le scuole restino vuote anche dopo il 15. De Micheli: «Non escludiamo che lo stop continui»

La ministra: «Sono pronta a condividere le decisioni anche più radicali per fermare il contagio»

La ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli intervistata da Maria Latella a SkyTg24 conferma che potrebbero esserci nuove, ulteriori, misure restrittive del governo per arginare la diffusione del Coronavirus. «Non escludo che dovremo prendere altre decisioni un po’ impegnative», ha detto la ministra. Per quanto riguarda la chiusura delle scuole, De Micheli ha spiegato: «adesso sono chiuse fino al 15 e non escludiamo allungamenti di questa data, ma tutte le decisioni vengono condivise. Io sono pronta a condividere le decisioni anche più radicali per fermare il contagio».


All’Adnkronos Salute Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all’università di Pisa, spiega: «La chiusura delle scuole può essere una misura utile solo se sarà prolungata. L’impatto di uno stop di 10 giorni non è nemmeno visibile, difficile infatti osservare e studiare le differenze sui contagi in questo breve lasso di tempo. è utile come per le altre misure adottate – spiega ancora Lopalco -andare a vedere cosa è successo in Cina, dove l’epidemia sta rallentando. Le scuole sono state chiuse dall’inizio e sono ancora chiuse».


Nel prossimo Cdm, in programma per stasera, il governo giallorosso dovrebbe varare un decreto con misure restrittive, nell’ambito dell’emergenza coronavirus, per quanto riguarda l’attività dei tribunali. Il provvedimento, a cui l’esecutivo sta lavorando, prevederebbe la sospensione o il rinvio delle udienze non urgenti in caso dell’emergere di problemi igienico-sanitari.

Intanto secondo un sondaggio condotta daola community ScuolaZoo, su un campione di 4mila studenti, nella metà delle scuole superiori del Paese non sarebbero ancora state avviate lezioni a distanza. Il 31% degli interpellati conferma invece che lo smart learning è attivo. Per 20% degli studenti comunica invece che l’istituto che frequenta non ha ancora preso decisioni in merito.

Al di là delle modalità alternative di studio il sondaggio mostra come ben il 64% del campione è preoccupato/a per la chiusura delle scuole, al contrario del 35% che si mostra più tranquillo. Tra gli aspetti che destano più preoccupazione, c’è il possibile prolungamento dell’anno scolastico (61,7%), il mancato completamento dei programmi scolastici (35%) e le eventuali ripercussioni sugli esami di Stato (23%). Solo una piccola parte degli intervistati ha detto di essere preoccupato per ragioni di salute. La somma delle percentuali è superiore a 100 perché era possibile selezionare più di un’opzione.

Il parere degli esperti

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