«I 75 anni della liberazione siano una festa virtuale, ma vera e partecipata». La proposta di Piano, Petrini e Anpi

L’invito a partecipare, sin da subito, è accompagnato da un appello a donare due euro per sostenere le associazioni del terzo settore che assistono le persone senza fissa dimora e delle mense dei poveri

Il Coronavirus potrà fermare milioni di lavoratori, potrà bloccare l’attività di circa la metà delle aziende del nostro paese ma non cancellerà la festa della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Per far sì che il distanziamento sociale non ci allontani anche dalla Memoria e della nostra storia, l’architetto Renzo Piano insieme a Carlin Petrini (fondatore di Slow Food) e l’Anpi nazionale hanno lanciato un appello per una piazza virtuale in onore degli eroi di ieri.


«Quest’anno, nel settantacinquesimo anniversario della Liberazione, abbiamo bisogno più che mai di celebrare la nostra libertà», si legge nel comunicato. «In un momento in cui siamo costretti all’isolamento per combattere un nemico invisibile, in cui la distanza sociale ci rende un po’ più soli, possiamo e dobbiamo stringerci e sostenerci. Vogliamo riconoscerci gli uni negli atri, tornare a guardare».


«Il 25 aprile rinasce la libertà: è il Natale della nostra democrazia. Ogni anno ci si ritrova per festeggiare la liberazione dal nazifascismo e riflettere sui valori della Carta Costituzionale. Ci si stringe intorno al tricolore per sentirsi una comunità civile e per riaffermare che quelle pagine nefaste della nostra storia non si ripeteranno mai […] Per questo lanciamo una grande convocazione a tutti i cittadini per ritrovarci insieme a festeggiare il 25 aprile».

L’appuntamento è per una «piazza virtuale ma ugualmente gremita e animata» dove a fare da palcoscenico saranno «le nostre case piene di calore, i nostri computer e i nostri smartphone». L’invito a partecipare, sin da subito, è accompagnato da un appello a donare due euro per sostenere le associazioni del terzo settore che assistono le persone senza fissa dimore e delle mense dei poveri, i più vulnerabili resi ancora più vulnerabili dall’epidemia. «Sarà un 25 aprile di liberazione – conclude l’appello – forse i più grande dal dopoguerra. Stringiamoci intorno alle nostre comunità locali per ridare forza alla comunità nazionale e a quella planetaria».

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