La lotta contro il Coronavirus non ha nazionalità e non può lasciare spazio a calcoli egoistici. Il premier albanese Edi Rama, con il suo piccolo grande gesto ha insegnato ai leader europei cosa significa far parte dell'Europa
L’Albania ha inviato una squadra di 30 tra medici e infermieri per aiutare la Lombardia nella guerra al Coronavirus. Una pattuglia piccola, certo, ma per nulla attesa e sicuramente non scontata da parte di un Paese ancora alle prese con mille difficoltà, a partire dalla ricostruzione dopo il terribile terremoto del novembre 2019. Lo sa bene anche il premier albanese, Edi Rama, che ha spiegato in un italiano che farebbe invidia a diversi esponenti della classe dirigente nostrana quanto fosse doveroso quel gesto: «Non siamo privi di memoria – ha detto – non possiamo non dimostrare all’Italia che l’Albania e gli albanesi non abbandonano mai un proprio amico in difficoltà. Oggi siamo tutti italiani, e l’Italia deve vincere e vincerà questa guerra anche per noi, per l’Europa e per il mondo intero».
Già proprio quell’Europa ancora accartocciata su come, quanto e quando mettere in campo l’aiuto necessario per i suoi Paesi martoriati dall’epidemia non può che assistere, si spera con un minimo di vergogna, alla generosità albanese. Un gesto, quello sì, europeista, da chi nell’Unione europea spera un giorno di entrare, ma evidentemente con uno spirito che in tanti, soprattutto nel Nord del continente, sembrano aver dimenticato : «È vero che tutti sono rinchiusi nelle loro frontiere – ha aggiunto Rama – e Paesi ricchissimi hanno voltato le spalle agli altri. Ma forse è anche perché noi non siamo ricchi e neanche privi di memoria, non possiamo permetterci di non dimostrare all’Italia che l’Albania e gli albanesi non l’abbandonano».
Coronavirus, superati i 52mila casi a New York. Oltre 800 morti in un giorno in Spagna. La Russia chiude le frontiere. In Corea del Sud i guariti superano i malati
Sono oltre 30 mila i morti per la pandemia da Coronavirus a livello internazionale. Per la precisione, stando a un aggiornamento dei dati elaborato da France Presse, le vittime sono 30.003. Di queste due terzi sono in Europa (21.334) con l’Italia al primo posto per numero di decessi (10.023), seguita dalla Spagna (5.690) e la Cina (3.295). Sono invece almeno 640.778 i casi di contagio accertati a livello globale dalla fine di dicembre.
Negli Usa muore un bambino di un anno
A causa del Coronavirus, è morto un bambino di meno di un anno. È accaduto nell’Illinois, negli Stati Uniti. A riferirlo, il governatore dell’Illinois, J. B. Pritzker. «Non si è mai registrata una morte di un bimbo per il virus – ha affermato il responsabile della sanità, Ngozi Ezike -. Per questo è stata avviata un’indagine sul caso».
Cuomo: «La quarantena a New York sarebbe una dichiarazione di guerra»
«Se allo stato di New York venisse imposta una quarantena sarebbe il caos. Da parte del governo sarebbe una dichiarazione di guerra agli Stati, una dichiarazione di guerre federale», sono queste le parole del governatore dello stato di New York, Andrew Cuomo, rilasciate nel corso di un’intervista alla Cnn. La quarantena è una delle opzioni ipotizzate dal capo della Casa Bianca Donald Trump per gli Stati di New York, New Jersey e Connecticut. Sarebbe una «decisione anti-americana, ha sottolineato Cuomo.
In Spagna nuovo record di morti, il governo annuncia lo stop alle attività non essenziali
Nuovo drammatico record di vittime per Coronavirus in Spagna, dove nelle ultime ore sono morte 832 persone, con il totale ora salito a 6.690. Secondo l’ultimo bilancio diffuso da El Pais, che cita il ministero della Salute spagnolo, il numero di contagiati è salito a 72.248. I ricoverati sono ora 40.630, di questi 4.575 sono in terapia intensiva e 12.285 sono stati finora dimessi perché guariti. Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha annunciato la lo stop a tutte le attività non essenziali nel Paese come misura per contrastare il contagio del Coronavirus. Il provvedimento sarà approvato nel consiglio dei Ministri di domani e si riferisce al periodo fra il 30 marzo e il 9 aprile.
A New York oltre 52mila contagi. Presto la città sarà peggio di Wuhan e Lombardia: la denuncia del Nyt
Sono saliti a 52.318 i casi di Coronavirus nello stato di New York, di cui 7.328 in ospedale. Il bilancio dei morti è di 728 persone decedute. Numeri che confermano l’allarme lanciato dal New York Times, secondo cui in diverse aree metropolitane negli Stati Uniti – come New Orleans e Detroit – il tasso di crescita di contagi sarà presto pari o superiore a quello della Lombardia o di Wuhan.
Le proiezioni del quotidiano americano arrivano a pochi giorni dopo che gli Stati Uniti hanno raggiunto il triste primato di essere paese con più contagi al mondo: da poche ore infatti è stata superata la soglia dei 100mila contagi. Secondo le proiezioni sviluppate dal giornale l’alto numero di casi per totale della popolazione fa intendere che il peso sulle strutture sanitarie sarà molto alto in alcune città. Meno utili sono i confronti sul numero di morti, anche tenuto conto dello sviluppo più recente dell’epidemia di COVID-19 nel Paese.
La Russia chiude tutte le frontiere
La Russia chiude completamente le sue frontiere a partire da lunedì per arginare la diffusione del coronavirus. Lo annunciano le autorità russe. Un decreto del governo stabilisce che la Russia «limita temporaneamente il traffico» di tutti i suoi «posti di frontiera stradali, ferroviari e marittimi».
Corea Sud, guariti superano malati
Oltre 4.800 pazienti guariti dal coronavirus sono usciti dall’isolamento in Corea del Sud mentre altri 4.500 rimangono in quarantena sottoposti alle terapie. Lo annuncia il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie, riporta la Cnn online. È la prima volta che il numero dei guariti supera quello dei malati dal 20 gennaio, quando vennero confermati i primi casi di coronavirus nel Paese asiatico.
Il bilancio mondiale
Sono saliti a 27.862 i morti in tutto il mondo per la pandemia di Coronavirus. Secondo l’ultimo bollettino della Johns Hopkins University, i guariti al momento sono 131.826. Da ieri 27 marzo al primo posto per numero di infezioni ci sono gli Stati Uniti con 104.837, seguiti dall’Italia con 86.438 e poi la Cina con 81.948. Nel conteggio delle vittime, è l’Italia a guidare la classifica con 9.134 persone decedute finora, seguita dalla Spagna con 5.138 vittime e poi la Cina con 3.177.
Cina
Con la rimozione delle restrizioni sugli spostamenti nella provincia dell’Hubei, oggi sono potuti arrivare i primi passeggeri a bordo dei treni nella stazione di Wuhan. Nell’epicentro dell’epidemia di Coronavirus i blocchi sono durati circa due mesi. Nel capoluogo della provincia la libertà di spostamento entrerà in vigore dall’8 aprile, mentre nel resto della provincia è possibile spostarsi, ma non si può lasciare la città.
Ancora un giorno senza nuovi contagi interni per la Cina, dove ormai l’epidemia sarebbe sotto controllo secondo i dati della Commissione nazionale sanitaria. Nell’ultimo bollettino sono ancora i contagi esterni ad accrescere il numero dei casi nel Paese: nelle ultime 24 ore ne sono stati comunicati 54, mentre 383 sono stati i pazienti guariti. Nella provincia dell’Hubei, primo focolaio dell’epidemia, ci sono stati tre morti. In totale nel Paese si registrano 3.295 vittime, con 81.394 casi, mentre i guariti sono saliti a 74.671.
Francia
«La Francia è al fianco dell’Italia» nella battaglia contro il Coronavirus ha detto il presidente Francese, Emmanuel Macron, nella sua prima intervista ai media stranieri, riportata dall’agenzia Afp e pubblicata da tre quotidiani italiani. A proposito dello stallo tra i Capi di governo nell’ultimo Consiglio europeo, Macron ha ribadito: «Non voglio un’Europa egoista e divisa. Non supereremo questa crisi senza una solidarietà europea forte, a livello sanitario e finanziario». Così come dichiarato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel messaggio alla nazione di ieri 27 marzo, secondo Macron non c’è spazio per iniziative individuali tra i Paesi membri: «L’Ue, la zona euro, si riducono a un’istituzione monetaria e a un insieme di regole che consentono a ogni Stato di agire per conto suo? O si agisce insieme per finanziare le nostre spese, i nostri bisogni in questa crisi vitale?».
Nell’ultimo Consiglio europeo, la Francia, assieme a «dieci Paesi dell’eurozona – Italia compresa – che rappresentano il 60% del Pil» Ue ha sostenuto la necessità dei «Coronabond», o qualunque altra forma di indebitamento comune o «un aumento del bilancio dell’Ue per permettere un sostegno reale ai Paesi più colpiti da questa crisi». Gli altri Paesi, come la Germania, si sono opposti, ma il dibattito dovrà continuare nelle prossime settimane, ha assicurato Macron: «Non possiamo abbandonare questa battaglia. Preferisco un’Europa che accetti divergenze e dibattiti piuttosto che un’unità di facciata che conduce all’immobilismo. Se l’Europa può morire, è nel non agire. Come Giuseppe Conte, non voglio un’Europa del minimo comune denominatore. Il momento è storico: la Francia si batterà per un’Europa della solidarietà, della sovranità e dell’avvenire».
A proposito della reazione di Italia e Francia davanti all’emergenza, Macron ha ricordato come Parigi abbia adottato le misure «più foti e al più pesto, con le misure di restrizioni sociali adottate prima dei nostri partner europei. Non me ne do alcun merito – ha aggiunto il presidente francese – perché la scienza ci ha illuminato e l’Italia ci ha preceduto in questa crisi, così da trarre le lezioni per noi stessi. Abbiamo imparato dalle esperienze dolorose del vostro Paese e dalle decisioni coraggiose prese dal vostro governo – ha detto rivolgendosi all’Italia – molti paesi europei giudicavano eccessive tali restrizioni, oggi tutti le attuano perché sono indispensabili nella nostra guerra contro il virus».
Aumentano i casi in Argentina e Venezuela
Il numero di contagi continua a preoccupare anche in Sud America, con il numero dei contagi in Argentina diffusi ieri 27 marzo dalle autorità sanitarie salito a 690 casi. Cinque le ultimi vittime argentine, per un totale di 17. Seconda vittima invece in Venezuela, dove il ministro della Comunicazione, Jorge Rodriguez, ha confermato la morte in una clinica privata di un secondo contagiato che aveva altre patologie polmonari pregresse. Anche il governo di Caracas vede crescere il numero dei contagiati, ora saliti a 113.
Usa
Negli Stati Uniti i casi di Coronavirus superano i 100mila. Mentre l’Italia con i suoi 86.498 contagi supera la Cina e balza al secondo posto dei Paesi più colpiti, secondo i dati della Johns Hopkins University. Nelle ultime 24 ore sono stati 345 i nuovi morti in Usa.
Il maxi pacchetto di aiuti da 2mila miliardi di dollari è legge negli Stati Uniti. Dopo l’approvazione di Senato e Camera, è arrivata la firma di Donald Trump. «Gli stimoli concederanno l’aiuto di cui c’è urgentemente bisogno», ha detto Trump. Il presidente, inoltre, ha chiesto a General Motors di produrre respiratori. «Ho firmato un memorandum con cui ordino al ministro della Sanità di usare tutta l’autorità concessa dal Defense Production Act per chiedere alla General Motors di accettare, applicare e considerare prioritari i contratti federali per i respiratori», si legge in una nota della Casa Bianca che fa riferimento a una legge che concede al presidente di decidere sulla produzione industriale in tempi di guerra, il Defense Production Act appunto.
I just signed the CARES Act, the single biggest economic relief package in American History – twice as large as any relief bill ever enacted. At $2.2 Trillion Dollars, this bill will deliver urgently-needed relief for our nation’s families, workers, and businesses. #CARESAct🇺🇸 https://t.co/0WnTNFZPZD
Secondo il capo della Casa Bianca Donald Trump, «la Cina ha molta esperienza e ha sviluppato una forte conoscenza del virus. Stiamo lavorando a stretto contatto insieme. Molto rispetto!» «Ho appena concluso un’ottima conversazione con il presidente Xi della Cina – twitta Trump -. Abbiamo discusso nei dettagli dell’emergenza Coronavirus che sta devastando gran parte del nostro Pianeta».
Sono oltre 11 mila i contagi nel Regno Unito, dove sono risultati positivi anche il premier Boris Johnson e il ministro della Sanità, Matt Hancock. 24 ore prima era stata diffusa la notizia del contagio anche per il principe Carlo.
Nei prossimi giorni la curva dei contagi sarà destinata a impennarsi, con le vittime per Coronavirus arrivate ora a 759. «Ci aspettiamo uno tsunami continuo», ha detto Chris Hopson – numero uno di NHS Providers, società che rappresenta i manager del sistema sanitario britannico – alla Bbc.
La direttrice regionale dell’Oms per l’Africa, Matshidiso Rebecca Moeti, ha definito la situazione dell’epidemia di Coronavirus nel continente «molto preoccupante». «C’è un’evoluzione drammatica, con un aumento geografico del numero dei Paesi e anche del numero dei contagiati», ha dichiarato. «Ci sono 39 Paesi con circa 300 casi al giorno», per un totale di 2.234 casi. In alcune zone «c’è una vita comunitaria molto forte» dove è difficile adottare misure di isolamento. «Dobbiamo trovare altri metodi di igiene per minimizzare la propagazione», ha detto Moeti.
Anche in Sudafrica si registrano i primi due malati di Covid-19, mentre il numero dei contagiati continua a salire e ora si contano oltre mille positivi nel Paese in cui gli strumenti sanitari per affrontare l’emergenza epidemiologica sono certamente inferiori a quelli a disposizione dell’Occidente. «Due persone sono morte nella provincia del Capo occidentale», ha reso noto in un comunicato il ministro della Salute sudafricano Zweli Mkhize.
In Russia il governo chiude bar e ristoranti
Il governo russo ha ordinato la chiusura di tutti i bar e ristoranti nel Paese per contenere la diffusione del Coronavirus. La disposizione è contenuta nell’ultimo decreto diramato dal primo ministro russo Mikhail Mishustin. Come accade anche in Italia, i servizi di consegna a domicilio potranno invece continuare a lavorare. Il premier ha inoltre disposto la sospensione delle attività dal 28 marzo al 1 giugno – delle piste da sci e delle strutture ricreative di massa (come resort e centri termali) – in tutto il territorio della Federazione Russa.