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Anziani abbandonati nelle Rsa, tamponi e ritardi nelle zone rosse, Gallera ai medici lombardi: «Accuse gratuite, dovreste collaborare»

Punto per punto l'assessore al welfare della Lombardia ha risposto al "J'accuse" dell'ordine dei medici della Regione sulla gestione dell'emergenza Coronavirus

«È davvero sorprendente che professionisti dai quali ci si attende la piena comprensione di quanto è accaduto, oltre che la fattiva collaborazione in un momento così difficile, si limitino ad elencare, in modo poco produttivo e accademico, presunte mancanze che sono totalmente smentite dai fatti». Inizia così la risposta della Regione Lombardia alla dura lettera d’accusa della Federazione regionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri su ritardi e inefficienze nella gestione dell’emergenza Coronavirus.

Inviata dall’assessore al welfare lombardo Giulio Gallera, la lettera prende in esame le azioni intraprese dalla Regione alla luce della accuse formulate dall’Ordine dei medici. Sulla mancanza di dati esatti sulla diffusione dell’epidemia Gallera risponde che «la Direzione Generale Welfare, non paga della metodologia di raccolta dei dati indicata dalle Autorità nazionali, ha avviato, mediante l’Osservatorio Epidemiologico Regionale, una specifica indagine sui dati di mortalità di questo periodo, proprio al fine di cogliere la reale portata degli effetti del Covid sul territorio regionale».

Una scarsità di dati correlata, secondo i medici, al basso numero di tamponi effettuati. «Mi limito a ricordare – scrive Gallera – che nelle fasi iniziali dell’epidemia i tamponi sono stati eseguiti anche ai contatti stretti di caso asintomatici. Successivamente la Direzione generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute, con circolare n. 6337 del 27 febbraio 2020 ha modificato le linee guida raccomandando l’effettuazione del test ai soli sintomatici».

Sull’incertezza nella chiusura di aree rischio, come Alzano Lombardo e Nembro, Gallera chiarisce come il Comitato Tecnico Scientifico nazionale abbia proposto al Governo l’istituzione di una zona rossa nei due comuni, «proposta che non è stata dal Governo accolta nella sua formulazione originaria». La lettera risponde anche alle accuse sulla mala gestione delle Rsa: «Si tratta, con tutta evidenza, di una affermazione che cavalca l’onda mediatica di questi giorni e che, prima di tutto, confonde il ruolo di controllo e sorveglianza della Regione con i ruoli e le responsabilità organizzative e gestionale degli Enti gestori delle strutture stesse, e in secondo luogo evidenzia la mancanza di quel doveroso approfondimento che è lecito attendersi da un Ordine professionale come il Vostro».

C’è poi il capitolo degli operatori sanitari e il mancato acquisto dei dispositivi di protezione individuali su cui viene chiarito che Regione Lombardia «che non ha titolo (né giuridico né finanziario) per dotazioni straordinarie di dispositivi, ha ordinato oltre 300 milioni di mascherine di varia tipologia delle quali 15 milioni già acquisite e distribuite».

Per quanto riguarda invece la mancanza di tamponi agli operatori sanitari la Regione sottolinea come abbia a disposizione 30 laboratori per i test di analisi, rispetto ai tre iniziali, con una capacità di circa 8000/10000 test al giorno: «Va da sé che l’effettuazione del test ai 500.000 operatori della sanità pubblica, privata e del settore sociosanitario richiederebbe tempi non coerenti con le finalità del test».

«Mi auguro – conclude Gallera – che d’ora in avanti, si possa davvero lavorare insieme e che le accuse gratuite lascino il passo ad una collaborazione vera, costruttiva e propositiva, che è quanto ci si attende da chi rappresenta migliaia di medici ai quali va, ancora una volta, il nostro “Grazie!».

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