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Irene, la sarta che regala mascherine ai sordi: «Così non penso al Coronavirus, la notte per me è una tragedia» – Il video

09 Aprile 2020 - 07:24 Fabio Giuffrida
La notte non riesce a dormire e così, per liberarsi dai cattivi pensieri, realizza mascherine da donare a chi ne ha bisogno. Finora ne ha create 7.800

Lavora 20 ore al giorno, soprattutto di notte per non pensare a quello che sta succedendo, alla pandemia del Coronavirus che ha messo in ginocchio tutto il mondo. Irene Coppola, stilista di Gallipoli (Puglia), proprietaria di un laboratorio di moda per donne, si chiude, da sola, nel suo angolo di paradiso, e lì inizia a creare delle mascherine, in cotone 100% rivestite all’interno di pelle d’uovo, da regalare a chi ne ha bisogno. Non solo medici ma anche sordi e persone comuni che non riescono a trovarle in farmacia. Ne ha realizzate ben 7.800 e non ha mai chiesto un centesimo. «Le ho sempre donate e continuerò a farlo, la mia è diventata una missione, voglio essere d’aiuto per il mio Paese» ci spiega.

Ne ha realizzate 7.800

Con le sue mascherine ha già aiutato un’associazione per sordi: «Grazie a questa pellicola trasparente – ci racconta – i ragazzi possono leggere il labiale degli operatori, garantendo quindi la propria sicurezza e quella di chi li assiste. Ovviamente vanno sempre sterilizzate».

«Lavorare mi aiuta a non pensare»

Tutto è cominciato quando alcuni clienti le hanno chiesto aiuto: «La prima è stata la moglie di un dottore che aveva necessità per il suo studio medico». Da lì la decisione di dedicarsi solo a questo: «Non posso lavorare, visto che la mia attività non rientra ovviamente tra quelle essenziali. Oltre alla perdita economica c’è anche l’aspetto psicologico. Io non esco da casa dal 20 febbraio, ho paura, la notte per me è una tragedia e così mi tuffo nel lavoro, mi aiuta a non pensare. Non accendo più nemmeno la tv per evitare di sentire brutte notizie».

Ora, però, ha trovato la sua “cura”: aiutare gli altri, realizzare mascherine, donare. Senza chiedere nulla in cambio.

Foto e video di Open

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