Concorsi truccati nella sanità umbra, chiusa l’inchiesta. Per i Pm, i politici «manipolavano le selezioni per favorire certi candidati»

L’ex presidente dem Marini è accusata, insieme a Bocci e Barberini, di aver pilotato i concorsi dell’ospedale di Perugia per far vincere i «loro candidati»

Secondo l’accusa manipolavano i concorsi per far vincere i “loro” candidati, sempre in linea con la volontà del partito. Così l’ex presidente dem della Regione Umbria Catiuscia Marini, l’ex assessore regionale alla Sanità Luca Barberini e il segretario umbro del Partito democratico, nonché ex sottosegretario all’Interno durante il governo Renzi, Gianpiero Bocci, sono finiti al centro di un’inchiesta giudiziaria della Procura di Perugia, terminata oggi.


Ad aprile i primi arresti

L’avviso riguarda complessivamente 45 persone. Lo scorso 12 aprile sia Bocci che Barberini erano stati arrestati ed era emersa l’iscrizione nel registro degli indagati della governatrice Pd, ai vertici della Regione dal 2010 al 2019. Barberini e Bocci erano stati messi ai domiciliari, come era avvenuto anche con il direttore generale dell’Azienda ospedaliera Emilio Duca e il direttore amministrativo della stessa azienda Maurizio Valorosi. Coinvolto anche l’ex direttore sanitario Diamante Pacchiarini.


Il caso

Al centro delle indagini ci sono almeno otto concorsi per assunzioni di circa una trentina tra medici, infermieri e personale sanitario all’ospedale di Perugia. L’accusa rivolta a Marini, Bocci e Barberini è di aver creato «una vera e propria rete di sistema» attraverso cui i vertici della Regione e dell’ospedale «condizionavano gran parte dei concorsi pubblici gestiti dall’Azienda ospedaliera di Perugia e da altre aziende sanitarie umbre».

Secondo i Pm, Marini, Barberini e Bocci avrebbero «impartito le direttive attraverso i vertici aziendali di nomina politica, affinché i concorsi pubblici venissero manipolati a favore dei candidati indicati da loro stessi». Ordini recepiti poi dall’ex direttore generale dell’ospedale di Perugia Emilio Duca, quello amministrativo Maurizio Valorosi e l’ex direttore sanitario Diamante Pacchiarini che, sempre secondo i Pm, «operavano con continuità allo scopo di eseguire le direttive impartite dalla classe politica».

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