Coronavirus, la svolta di Bonafede. Marcia indietro sulle scarcerazioni: «I boss tornino in galera»

La gran parte delle scarcerazioni dei boss era stata disposta per gravi patologie, ma molte ordinanze fanno esplicito riferimento all’emergenza da Covid-19

Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, è tornato sui suoi passi e sta pensando a una norma che consenta ai magistrati di sorveglianza di rivalutare le scarcerazioni già disposte nei confronti dei boss della criminalità organizzata nel corso dell’emergenza Coronavirus. Marcia indietro che verrebbe messa in atto «alla luce del mutato quadro dell’emergenza», stando a quanto appreso in ambienti di via Arenula. La maggior parte delle scarcerazioni dei boss era stata disposta per gravi patologie, ma molte ordinanze fanno esplicito riferimento all’emergenza da Covid-19.


Sono giorni che il ministro parla con i suoi collaboratori per l’avvio di una nuova fase che è partita in coincidenza col cambio ai vertici del Dap e l’arrivo del vicedirettore Roberto Tartaglia, ex pm del processo trattativa Stato-mafia con Nino Di Matteo. A breve, secondo quanto riportato da la Repubblica, si terrà una riunione al ministero per sbrigare la questione.


È di oggi la pubblicazione – sulle pagine del quotidiano diretto da Molinari – della lista dei 376 scarcerati tra mafiosi e trafficanti di droga. Di questi, tre erano al 41 bis, gli altri erano inseriti nei reparti di «Alta sicurezza 3» che ospita carcerati per droga e mafia. Tutti i 376 sono stati mandati ai domiciliari perché ritenuti a rischio Coronavirus o per motivi di salute.

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