Caos sulle mascherine a 50 centesimi, Arcuri tira dritto: «Il prezzo rimane quello: magazzini delle Regioni pieni, i problemi sono dei distributori»

Nei prossimi giorni Rsa e trasporti pubblici saranno riforniti dei dispositivi di protezione

«Lavoriamo nell’esclusivo interesse dei cittadini al fine di tutelare al meglio la loro salute. Qualche volta faccio degli errori, per i quali mi aspetto critiche e se serve reprimende», ma «solo dai cittadini». Così il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri è tornato sulle polemiche per l’assenza delle mascherine – utilizzate contro il Coronavirus – a prezzo calmierato a 50 centesimi: «E non varia, mi dispiace per gli speculatori. «Noi stiamo facendo la nostra parte – ha aggiunto – e lo facciamo mettendoci la faccia. Dunque benvenute le critiche» dei cittadini, «ma solo da loro». Nei prossimi giorni, ha aggiunto il commissario, altre due categorie saranno rifornite di dispositivi di protezione: i trasporti pubblici e le Rsa, sia pubbliche che private.


Sulla scarsa reperibilità di mascherine nelle farmacie, Arcuri ha precisato che il fenomeno è frutto di un «difetto nella rete di approvvigionamento»: diversamente dalla polemica montata negli scorsi giorni che lo vedevano come capro espiatorio della faccenda, «se le mascherine si trovano nei supermercati e non nelle farmacie, significa che qualcosa non va nel secondo caso, e il commissario non c’entra nulla». Così come «non c’entra nulla – ha detto – quando si tratta di dover fornire farmacie e distributori, Confcommercio, Conad, Coop».


Alla fine di questa emergenza «tutti, credo, riconosceranno due fatti importanti: abbiamo rafforzato il sistema sanitario nazionale. E smetteremo di essere dipendenti dall’importazione dei dispositivi di protezione individuale. Sono sicuro che si vedrà la differenza tra quanto fatto prima dell’emergenza e quanto fatto dopo».

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