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Coronavirus, tutti a distanza di due metri: le regole per le riaperture del 18 maggio

15 Maggio 2020 - 09:50 Giulia Marchina
Le regole a cui attenersi sono sempre le stesse: uso della mascherina, divieto di assembramento, distanziamento sociale. Ma di due metri. Oggi l'annuncio del nuovo decreto

Non più un solo metro, ma due, di distanza. Con questa misura, per il contenimento del contagio da Coronavirus, l’Italia si prepara al 18 maggio, giorno in cui in tutto il Paese si potrà tornare nei negozi al dettaglio e nei centri commerciali. Apriranno anche i bar, i ristoranti, i parrucchieri, i barbieri, gli estetisti e i non alimentari.

Porte aperte anche nei musei, nelle biblioteche, nelle gallerie d’arte e nei siti archeologici. Senza autocertificazione, si potrà circolare nella propria Regione. Le regole cui attenersi, sono sempre le stesse: uso della mascherina, divieto di assembramento, distanziamento sociale. Ma di due metri.

Intorno a mezzogiorno il premier Giuseppe Conte interviene per dare l’annuncio del nuovo provvedimento sulla Fase 2 che toglie molti freni alle misure restrittive. Entrerà in vigore un altro Dpcm, accompagnato da un decreto legge di un solo articolo che serve a restituire alle Regioni i poteri per riaprire le attività dopo il lockdown. L’unica condizione è che i dati forniti dalle singole Regioni siano in linea con quelli in possesso del ministero della Salute. 

Non tutti i governatori stanno però rispettando i tempi per l’invio dei dati. Giovedì la Calabria, come spiegato dal Corriere della Sera, non aveva ancora inviato i dati tanto che i ministri Boccia e Speranza hanno scritto ai governatori per segnalare la «criticità nella disponibilità dei dati»: «Caro presidente, la completezza e la correttezza dei dati da acquisire costituiscono il presupposto indispensabile per la tenuta del sistema di valutazione del rischio».

«La acquisizione tempestiva dei dati costituisce condizione essenziale per il corretto funzionamento del sistema di rilevazione e contenimento del rischio collegato alla gestione di una nuova epidemia non controllata», hanno scritto.

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