Assemblea Oms, 100 Paesi chiedono inchiesta sul virus. Trump: «Burattino della Cina». Pechino si difende

Mentre era in corso l’assemblea, l’epidemiologo «eroe della Sars», intervenendo sulla Cnn, ha gettato delle ombre su Pechino: «Le autorità di Wuhan non volevano dirci la verità»

Nel giorno della 73esima assemblea dell’Oms, gli Stati Uniti tornano ad attaccare l’Organizzazione. «L’Oms ha fallito in modo clamoroso nel fornire le informazioni sulla pandemia Coronavirus, questo non può accadere di nuovo. L’Oms deve cambiare e diventare più trasparente», ha detto il ministro americano della Sanità Alex Azar che ha guidato la delegazione degli Stati Uniti. E ha annunciato il sostegno degli Usa a «un’inchiesta indipendente sull’operato» dell’agenzia perché «il fallimento della risposta alla pandemia da parte dell’Oms costa molte vite umane».


100 Paesi chiedono inchiesta su virus

Ma il giorno dell’apertura dei lavori dell’assemblea è stato caratterizzato dalla richiesta di un’altra inchiesta: quella di più di 100 Paesi che chiedono di fare chiarezza sulle origini del Coronavirus. Anche se non dichiarato apertamente, l’obiettivo dell’indagine è verificare le azioni della Cina, più volte accusata, in particolare dagli Stati Uniti, di aver nascosto la gravità del virus. Il direttore dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha assicurato che l’inchiesta ci sarà, ma «al momento opportuno».


Xi si smarca dalle accuse

Xi Jinping, intervenendo durante l’assemblea (la prima in videoconferenza), si è smarcato dalle accuse: «Abbiamo agito con rapidità e trasparenza». Xi si è detto disponibile a un’inchiesta, ma solo quando l’emergenza sarà rientrata. Il presidente cinese inoltre ha promesso che la Cina donerà 2 miliardi di dollari all’Oms per combattere il Coronavirus e che, se Pechino dovesse trovare un vaccino, ne «farebbe un bene pubblico mondiale».

I dubbi dell’«eroe della Sars»

Ad avanzare nuovi dubbi sul ruolo della Cina, anche l’epidemiologo «eroe della Sars», in un’intervista alla Cnn. Il pneumologo ed epidemiologo Zhong Nanshan è stato chiamato a Wuhan il 18 gennaio scorso. «Le autorità di Wuhan non avevano piacere di dire la verità, a quel tempo. Quel 18 gennaio chiesi alle autorità locali i veri numeri, ma erano riluttanti», ha detto. Ha assicurato però che da fine gennaio i numeri diffusi dalla Cina sono stati quelli reali.

Trump: «L’Oms è un burattino della Cina»

Intanto, in serata, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha attaccato duramente l’Oms definendola «un burattino della Cina» e ha annunciato che sta pensando di ridurre a 40 milioni di dollari i contributi americani all’organizzazione: circa un decimo di quelli attualmente versati ogni anno.

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