Il caso di Jack, 14 anni, che negli Usa ha rischiato di morire per quella strana sindrome infiammatoria con il Coronavirus

Negli Stati Uniti ci sono oltre 100 casi di bimbi affetti dalla pericolosa sindrome infiammatoria, forse legata al Covid-19. Ci sono anche tre morti. Per questo l’attenzione resta alta in tutta Europa, Italia compresa

Jack McMorrow ha rischiato di non farcela. 14 anni, americano, in buona salute, si è svegliato agonizzante, con una grave insufficienza cardiaca. Nessuno poteva mai aspettarsi che una semplice eruzione cutanea alle mani e gli occhi lucidi potessero essere il campanello d’allarme di una malattia ben più seria. Jack è uno dei tanti ragazzi, in tutto il mondo, colpito da una sindrome infiammatoria multi-sistemica scatenata dal Coronavirus.


Lo hanno detto chiaramente i pediatri di tutto il mondo, e tra questi c’è anche il professor Angelo Ravelli, medico italiano che proprio su Open ha spiegato cosa sta accadendo nel nostro Paese. Tanti, troppi casi di malattia di Kawasaki oltre a infiammazioni multi-sistemiche che colpiscono i piccoli pazienti.


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Cosa è successo

Per Jack, come racconta il New York Times, tutto è cominciato da una banale eruzione cutanea sulle mani, seguita da occhi lucidi e dal mal di stomaco. Ben presto, però, la situazione è precipitata, con Jack che non riusciva più a muoversi con un linfonodo dalle dimensioni di una palla da tennis. Poi febbre, tosse, pressione sanguigna bassa, battito cardiaco accelerato come se qualcuno gli avesse iniettato del “fuoco” dentro al corpo. Un dolore al petto che «scorreva dentro di me come un fulmine», ha spiegato.

Jack non riusciva più a capire cosa stesse accadendo. Portato in ospedale, scopre che il suo cuore non stava funzionando bene. Non stava più pompando con la stessa forza di prima: i suoi vasi sanguigni erano infiammati. La situazione, dunque, era piuttosto grave: il 14enne avrebbe rischiato di morire. Immediato l’intervento dei medici: Jack era positivo al Covid-19 ma altri ragazzi, con i suoi stessi sintomi, erano risultati negativi al test.

Quello di Jack, ricoverato in ospedale per insufficienza cardiaca (adesso è guarito ma non sa come possa aver contratto il Coronavirus), non è altro che l’esempio lampante di una grave sindrome infiammatoria, legata forse al Covid-19, che, diversamente da quanto accade negli adulti, colpisce il cuore e non i polmoni. La conseguenza è che provoca infiammazioni in tutto il corpo rischiando di far “fallire” gli organi, uno dopo l’altro.

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Adesso il consiglio è quello di prestare massima attenzione a bambini e ragazzi, e dunque ai loro sintomi, perché le reazioni che può scatenare il Covid-19 potrebbero essere deleterie sui più piccoli. Negli Stati Uniti, nel solo stato di New York, sono oltre cento i casi di bimbi affetti dalla sindrome infiammatoria, simile a quella di Kawasaki, forse collegata al virus (manca ancora la validità scientifica, ndr). Tra questi ci sarebbero anche tre morti di 5, 7 e 18 anni.

I geloni ai piedi

Da non sottovalutare, ad esempio, a proposito di eruzione cutanee, anche i geloni ai piedi, come denunciato a Open dalla prof.ssa May El Hachem, primario di Dermatologia all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma: «In due settimane 30 ragazzi con geloni. Come mai? Tutti adesso e tutti con un’irritazione cutanea che di solito si manifesta con il freddo e non di certo con queste temperature e in questa stagione. Cosa deduco? Che non possiamo negare un rapporto con il Coronavirus». In questo caso i geloni potrebbero essere il segnale di un possibile contatto tra il piccolo paziente e il virus che, di fatto, potrebbe aver scatenato questa eruzione cutanea.

Foto in copertina di Pixabay

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