Coronavirus, Marta Cartabia: «Non c’è un diritto speciale, anche in emergenza. Costituzione sia bussola per tutti»

La presidente della Corte costituzionale, che è guarita dal Coronavirus, ha anche ringraziato medici e infermieri per l’impegno in questa fase di emergenza, con un pensiero rivolto anche alle migliaia di italiani morti per la pandemia

Nel pieno della polemiche sulle libertà violate nella gestione dell’emergenza Coronavirus, dagli attacchi di Matteo Renzi al governo fino ai vescovi sullo stop prolungato alle messe nella Fase 2, arriva il richiamo della presidente della Corte Costituzionale, Marta Cartabia, che nella relazione annuale sull’attività della Consulta ribadisce come la Costituzione debba essere la «bussola» per gestire tutte le fasi dell’emergenza, con «leale collaborazione» tra le istituzioni che sia principio fondamentale perché «l’azione e le energie di tutta la comunità nazionale convergano verso un unico, condiviso obiettivo».


Guarita anche lei dal Coronavirus, la presidente Cartabia ha aperto la relazione con un «pensiero di sentita partecipazione al dolore per la scomparsa di migliaia di nostri concittadini e di sincera gratitudine» per tutti coloro che in questo «non facile frangente assicurano i servizi essenziali della Repubblica con competenza, coraggio e generosità». Un pensiero che va in particolare «al personale medico e infermieristico».


Non basta però lo stato di emergenza per non tenere conto delle indicazioni costituzionali secondo la presidente Cartabia, perché la Costituzione «non contempla un diritto speciale» in questi casi. Anche in un periodo complesso come quelli degli Anni di piombo, con il contrasto al terrorismo e la lotta politica armata, ricorda Cartabia, la Repubblica ha vissuto stagioni di crisi «senza mai sospendere l’ordine costituzionale», ma rimodulando i principi su criteri di «necessità, proporzionalità, bilanciamento, giustiziabilità e temporanei».

Per questo oggi tutte le istituzioni devono seguire le indicazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha aggiunto Cartabia, che ha chiesto: «coinvolgimento, condivisione, concordia e unità di intenti». Uno sforzo che ora più che in altri momenti è richiesto perché è necessario un «sovrappiù di responsabilità a ogni autorità e in particolare – ha aggiunto – agli operatori dell’informazione, che svolgono un ruolo decisivo per la vita sociale e democratica».

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