In Evidenza ENISiriaUSA
ATTUALITÀCodognoCoronavirusSanitàUnione europea

«Tre giorni prima di Codogno l’Europa sottovalutò il pericolo del Coronavirus»: l’accusa di El Pais che ha visionato il verbale

19 Maggio 2020 - 11:12 Olga Bibus
«Il documento è alquanto sconcertante. Letto 3 mesi e migliaia di morti dopo diventa chiaro che nessuno dei presenti vede cosa sta per succedere», scrive il quotidiano

È il 18 febbraio 2020, i delegati del Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc) si riuniscono in Svezia. Tra i punti all’ordine del giorno il rischio della diffusione del Coronavirus nel continente. Rischio che però a fine riunione viene dichiarato «basso». A rivelarlo è El Pais che ha visionato il verbale della riunione. «Il documento è alquanto sconcertante – scrive il quotidiano -. Letto 3 mesi e migliaia di morti dopo diventa chiaro che nessuno dei presenti vede cosa sta per succedere». A sostegno di questa dichiarazione, El Pais sottolinea come solo 20 punti dei 130 del documento conclusivo riguardano il virus.

Tre giorni dopo verrà scoperto il paziente uno di Codogno e da lì l’emergenza riguarderà tutta l’Italia e l’Europa intera. Fino a quel momento in Europa erano stati diagnosticati 45 casi che l’Ecdc ha studiato, arrivando alla conclusione che «sembrano essere lievi» e classificando come «basso» il rischio per la popolazione, e «basso o moderato» quello per il sistema sanitario. Alcuni dei 30 delegati avanzano delle preoccupazioni come il capo dell’ente Mike Catchpole, che avverte circa l’alta trasmissibilità del virus, mentre il delegato tedesco esprime dei dubbi sulle strategie di contenimento seguite fino a quel momento. Il rappresentante dei Paesi Bassi chiede più test, ma la Germania avverte che sarebbe troppo oneroso per i sistemi sanitari.

Altri Paesi minimizzano sul pericolo, Austria e Slovacchia sottolineano che il rischio è di «terrorizzare la popolazione». Si parla anche della carenza di dispositivi di protezione, ma senza alcuna proposta concreta. Alla fine si decide il criterio che i pazienti da sottoporre al tampone devono essere stati di recente in Cina. Criterio che, se fosse stato seguito alla lettera, non avrebbe permesso di diagnosticare il paziente uno di Codogno: Mattia è stato sottoposto al tampone grazie, in particolare, all’intuizione di un anestesista.

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti