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A Roma la protesta dei giovani medici per aumentare l’accesso alle specialistiche

25 Maggio 2020 - 19:12 Juanne Pili
Medici e specializzandi in piazza Montecitorio a Roma il 27 maggio per un sit-in di protesta contro l'imbuto formativo che costringe molti neolaureati a trasferirsi all'estero

Continuiamo a seguire la protesta dei giovani medici che chiedono da anni un aumento delle borse per le specialistiche. Perché è così importante? Oggi con l’emergenza sanitaria del nuovo Coronavirus è diventata più evidente l’esigenza di avere degli specialisti negli ospedali, mentre invece si continuano a richiamare quelli in prepensionamento (o addirittura in pensione).

Da tempo esiste in Italia un imbuto formativo mai risolto. Si stima che siano oltre 20 mila i giovani medici che aspirano a ottenere la borsa per la specialistica, in modo da diventare quei cardiologi, anestesisti, ginecologi, eccetera, di cui una sanità nazionale ha grande bisogno. Di questi appena ottomila riusciranno ad accedere.

Queste sono le ragioni che porteranno tanti giovani studenti, medici e specializzandi a scendere in piazza Montecitorio a Roma il 27 maggio, per un sit-in di protesta, in modo da far sentire ancor più forte il loro appello alle Istituzioni, organizzati in 11 associazioni: Aisas, Anaao, Als, Dipartimento Medico, Gmas, Gmi, Primavera Degli Studenti, Siamo Futuro Italia, Fenix, Udu, Federspecializzandi.

Cos’è l’imbuto formativo che lascerà fuori dalle cliniche tanti giovani promettenti

Se da un lato si è sempre parlato di aumentare gli accessi in facoltà, dall’altra quasi nulla si è fatto per permettere ai neolaureati di proseguire il proprio percorso di studi. «Riteniamo lo stanziamento di 105 milioni di euro in più, previsto dal decreto rilancio, totalmente insufficienti alla risoluzione della problematica dell’imbuto formativo e alla salvaguardia del futuro del Servizio Sanitario Nazionale», spiega Antonio Cucinella, a nome dell’Associazione I Giovani Medici per l’Italia (Gmi), in un’intervista per InSanitas.

«Bisogna considerare che 12.500 borse rappresentano l’attuale massima capacità formativa della rete, un numero oggettivamente insufficiente – continua il giovane medico – Volendo fare una stima occorre stanziare ogni anno fondi sufficienti a coprire da 18.000 a 20.000 borse di studio».

Ma le cose potrebbero presto peggiorare. «Se, come sembra, il concorso SMM2020 si terrà a settembre – avverte Cucinella – il numero di candidati salirebbe a circa 26 mila mentre rimarrebbe invariato il numero di borse di studio. Ciò a causa della nuova laurea abilitante che consentirà ai colleghi neolaureati di partecipare al concorso, come è giusto che sia».

Intanto chi può fugge all’estero, ottenendo quella crescita professionale che non potrebbe avere nel suo Paese, a tutto vantaggio del Sistema sanitario degli altri. Quanti avrebbero potuto fare la differenza quando i nostri ospedali erano congestionati dai casi di Covid-19? Avevamo già affrontato la questione in un precedente articolo sui «camici grigi» e la crisi delle terapie intensive.

Per questa ragione i giovani medici, studenti e specializzandi, hanno indetto per il 27 maggio un sit-in di protesta in piazza Montecitorio a Roma, organizzati in 11 associazioni di categoria. Il loro appello ha ottenuto recentemente l’endorsement di Carlo Calenda con un video nella sua pagina Facebook.

https://www.facebook.com/ccalenda/videos/269739934396446/

Il comunicato stampa dei giovani medici, studenti e specializzandi

«Il cartello di 11 sigle in rappresentanza degli studenti in medicina, degli specializzandi e dei giovani medici (AISAS Associazione Italiana Specializzandi/Specialisti Area Sanità – ALS Fattore 2a Associazione Liberi Specializzandi – Anaao Giovani – Federspecializzandi – GMAS Giovani Medici Anti-Sfruttamento – Giovani Medici per l’Italia – Primavera degli studenti – Siamo Futuro Italia – Vento di cambiamento Fenix – Udu Unione degli universitari – Dipartimento Medico) manifesterà mercoledi 27 maggio a Roma a Piazza Montecitorio alle 10.30 per denunciare la scarsa attenzione del DL Rilancio alle istanze dei giovani camici bianchi». 

«Puntiamo il dito contro l’assoluta assenza di provvedimenti che risolvano definitivamente le annose problematiche sull’accesso alle Scuole di Medicina e Chirurgia prevedendo un maggior numero di posti rispetto a quello attuale e che cancellino l’imbuto formativo che di fatto limita l’accesso ad una Scuola di Specializzazione, titolo obbligatorio per poter partecipare ad un concorso pubblico. È inaccettabile l’indifferenza di fronte alla qualità formativa dei medici specialisti, dimostrata con l’aumento di soli 4.200 contratti formativi, un numero a nostro avviso insufficiente perchè oltre a non configurarsi come concreta soluzione all’imbuto formativo e alla carenza di Medici Specialisti lascia invariato il rapporto borse/candidati rispetto a quanto previsto per il 2019».

«Pur comprendendo la gravità di un momento come quello attuale e condividendo ognuna delle misure intraprese dal Governo a favore di lavoratori, famiglie ed aziende, non condividiamo e non comprendiamo però la mancanza di tutele per il Sistema Sanitario Nazionale, che in queste terribili settimane si è dimostrando fragile ma anche indispensabile affinché a ogni singolo cittadino sia garantito il diritto alla Salute. Il SSN non potrà mai reggere le sfide del futuro se non ci saranno investimenti sulla formazione di medici specialisti: a nulla vale abilitare 10mila giovani medici se a questi non viene poi garantita la possibilità di specializzarsi e diventare medici specialisti in grado di occupare una posizione lavorativa concreta».

«Allo stato attuale – scrive il cartello – ciò significa che almeno 10mila medici non verranno formati da questo Paese che è lo stesso ad avergli garantito, sei anni prima, un percorso formativo che a questo punto si definirebbe incompleto. Un’emergenza come questa, tra cinque anni, avrebbe una storia naturale completamente diversa, gli Ospedali non riuscirebbero a garantire neanche la metà dello sforzo e del lavoro di questi giorni, a causa della carenza di personale medico specialistico, difatti mancherebbero così tanti medici specialisti che l’inevitabile esito sarebbe catastrofico e ci ritroveremmo a fare i conti con una strage preannunciata. E a nulla servirebbero gli applausi o i minuti di silenzio per gli eroi medici, a nulla servirebbe ringraziarli pubblicamente, tra cinque anni non ci saranno medici da ringraziare».

«La nostra Mobilitazione non si fermerà mercoledì 27 Maggio, anzi, proseguirà secondo future indicazioni presso le sedi delle Regioni in ogni parte d’Italia, per chiedere un successivo sforzo nell’aumento delle borse di competenza regionale».

Foto di copertina: Specializzazioni in Medicina | Associazione ALS‎27/5 Mobilitazione Nazionale Unitaria per il Futuro della Sanità.

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