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Fase 2, chi sono i 60 mila assistenti civici, più steward tra movida e spiagge che spioni: cosa devono fare (gratis)

25 Maggio 2020 - 09:04 Giulia Marchina
Non faranno i vigili né daranno sanzioni: lavoreranno 3 giorni a settimana per un massimo di 16 ore settimanali

Saranno ammesse figure di ogni tipo: neo-laureati, pensionati, chi percepisce il reddito di cittadinanza, chi si trova in cassa integrazione o usufruisce di sussidi. Il progetto apre le porte a chiunque abbia del tempo da dedicare alla sicurezza delle città. Saranno questi i requisiti richiesti per chiunque da oggi, 25 maggio, parteciperà al bando istituito dalla Protezione Civile in collaborazione con il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia e con il presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro per il reclutamento di 60 mila assistenti civici, quelle figure che dovranno «monitorare», «dare informazioni», «aiutare» la cittadinanza durante la Fase 2 del Coronavirus per evitare che nelle strade si creino assembramenti.

Volontari per parchi e spiagge

Chi verrà “arruolato” non percepirà alcuno stipendio – il lavoro è classificato infatti come volontario -, né rimborsi spese. Ma godrà solo della copertura assicurativa garantita dalla Protezione Civile. L’impegno si svolgerà per tre giorni alla settimana, per un massimo di 16 ore. Ogni volontario sarà poi riconoscibile dai cittadini: indosserà una casacca blu o un fratino – come spiegato da Repubblica – con dietro la scritta “assistente civico” e davanti il logo della Protezione civile, dell’Anci e del Comune in cui prestano il servizio.

ùIl lavoro durerà fino alla fine dello stato d’emergenza, quindi fino al 31 luglio 2020. Starà ai singoli Comuni stabilire come impiegare gli assistenti forniti dalla: due dei luoghi in cui si prevede un maggiore impiego di queste figure saranno le spiagge e i parchi che nelle prossime settimane pare subiranno un boom di presenze.

Come gli steward degli stadi

Gli assistenti non faranno i vigili né daranno sanzioni, ma saranno delle guide, come gli steward negli stadi, per chi torna a circolare per strada e nei vari luoghi pubblici, aiutandoli a rispettare le regole che dall’inizio della pandemia sono ormai i principi base per contenere i contagi: dal distanziamento sociale, alle mascherine da indossare dove serve.

«I Comuni che potranno avvalersi del contributo degli assistenti civici per far rispettare tutte le misure messe in atto per contrastare il virus, a partire dal distanziamento – dice il ministro Boccia al Corriere della Sera – serviranno ad evitare di vanificare gli sforzi fatti fin qui». Dovranno farlo «con gentilezza», perché il compito degli assistenti «non sarà quello di allontanare le persone, ma piuttosto di informare e dare indicazioni per evitare gli assembramenti, dovranno prevenire e semmai segnalare alla Protezione civile comunale eventuali inosservanze».

Le critiche

Ma c’è chi, sia nella maggioranza che nell’opposizione, ha già criticato “la carica dei 60mila”. «Cos’è la versione grillo-piddina dei guardiani della rivoluzione? Credo veramente che si stia esagerando. La deriva autoritaria alla quale stiamo assistendo sta assumendo contorni grotteschi ma non per questo meno pericolosa di ogni altra deriva liberticida. Al governo consiglio di non tirare troppo la corda perché gli italiani sono stanchi e arrabbiati», ha detto Giorgia Meloni.

«Se apri i locali nei luoghi dove ci sono i locali le persone ci vanno. Se non vuoi che ci vadano o vuoi che ci vadano in numero limitato, organizzi prima afflusso, modalità e controlli. Non servono assistenti civici. Servono ministri che facciano i ministri e amministratori che facciano gli amministratori. Non una schiera di influencer che commentano indignati le foto del giorno», scrive su Facebook Matteo Orfini (Pd), ritwittato da Matteo Renzi.

Non chiamateli «ronde»

Dal ministero è arrivata una precisazione: «Quando si parla di assistenti civici parliamo di volontariato. Stiamo parlando di 16 ore settimanali che ciascuno può regalare al proprio comune per aiutare gli anziani, portare spesa e medicine, aiutare nell’organizzazione del distanziamento sociale, come ad esempio fuori dalle chiese o fuori dai parchi per contingentare gli ingressi. Nessuna vigilanza, ronda o sentinelle anti spritz. In caso di assembramenti non potranno chiedere i documenti ma solo segnalare a vigili e forze dell’ordine».

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