La Xylella supera i confini del Salento: primi ulivi infetti a Bari. Coldiretti: «Manca una strategia condivisa per fermare la malattia»

Coldiretti accusa il sistema di controllo dell’Ue con «frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto, poiché il batterio che sta distruggendo gli ulivi pugliesi arriva dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam»

Non solo in Salento: la Xylella risale il territorio della Puglia e arriva in provincia di Bari: i primi cinque ulivi sono risultati infetti, nelle campagne di Locorotondo. L’allarme è stato lanciato dalla Coldiretti che denuncia «la gravità della situazione». Sono 49 gli ulivi risultati infetti secondo le analisi degli ultimi campionamenti, prosegue Coldiretti Puglia: 2 a Crispiano, in provincia di Taranto, 3 a Ostuni e 39 a Francavilla Fontana nelle provincia di Brindisi, oltre ai 5 di Locorotondo (Bari). Coldiretti punta il dito contro «i ritardi negli espianti negli ultimi anni che hanno consentito l’avanzata della malattia». «Le nuove infezioni accertate fanno tremare la provincia di Bari – sottolinea Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.


La situazione dunque continua ad aggravarsi – a dicembre era stata diffusa la notizia secondo cui a Lecce, nell’ultimo anno, a causa del batterio, la produzione è diminuita del 90% -, minando altre zone della regione. Nel frattempo continua a mancare una strategia condivisa da enti regionali, nazionali e comunitari per fermare la malattia. Coldiretti Puglia mette sotto accusa il sistema di controllo dell’Unione europea con «frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto, poiché il batterio che sta distruggendo gli ulivi pugliesi è stato introdotto nel Salento dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam. Dall’autunno 2013, data in cui è stata accertata su un appezzamento di olivo a Gallipoli (Lecce), la malattia – continua Coldiretti – si è estesa senza che venisse applicata una strategia efficace per fermare il contagio che, dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi, ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto e ora è arrivata anche in provincia di Bari».


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