Coronavirus, l’allarme di Sala: «A Milano il lavoro mancherà. Molti posti verranno persi». E dice no alla rimozione della statua di Montanelli

Il primo cittadino si è espresso sulla polemica legata alla statua di Montanelli: «Penso che in tutte le nostre vite ci siano errori. E quello di Montanelli lo è stato. Ma Milano riconosce le sue qualità»

A Milano, dopo l’emergenza sanitaria da Coronavirus che ha pesantemente investito la città, il lavoro «mancherà». Se il capoluogo è entrato nella pandemia «con una disoccupazione del 6%, ne uscirà intorno al 10% probabilmente». È l’allarme lanciato da Giuseppe Sala che nel corso di un’intervista a Rai Radio 1 ha aggiunto che tanti posti di lavoro verranno persi «per cui come si fa? Il pubblico deve pensare a investire in modo serio seguendo i trend dell’ambiente, del digitale, delle scienze della vita, ma deve anche sostenere il bisogno immediato».


Una parentesi della chiacchierata l’ha poi dedicata all’evento tanto atteso di questi giorni: gli Stati generali dell’economia che partiranno domani 13 giugno a Roma. «Questa è la realtà, quando c’è da riflettere sul Paese chi sta sul territorio sparisce, è incredibile», ha spiegato, riferendosi all’assenza di sindaci o presidenti di Regione.


Sempre parlando di Milano, già ieri, durante il Civil Week Lab, il sindaco aveva detto che la città avrà bisogno di «due o tre anni per riprendersi». «Il vero dubbio che abbiamo tutti è se è finita qui, nel senso che la situazione sarà sotto controllo, oppure se ritornerà questa pandemia». «Se fosse finita qua è stata una botta ma ci si riprende, se si dovesse ritornare a un lockdown sarebbe veramente drammatico».

La polemica su Indro Montanelli

Il sindaco torna anche sulla polemica, che va avanti ormai da un paio di giorni sulla rimozione della statua del giornalista Indro Montanelli. «Non sono favorevole alla rimozione della statua», ha dichiarato oggi in un’intervista al Giorno rispondendo alla richiesta arrivata dai Sentinelli e da alcuni esponenti del Pd. «Penso che in tutte le nostre vite ci siano errori. E quello di Montanelli lo è stato – ha aggiunto – Ma Milano riconosce le sue qualità, che sono indiscutibili».

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