«Cercasi stagista esperto», il cartello che ricorda lo sfruttamento dei tirocinanti

Ancora troppo spesso lo stage è utilizzato come mezzo per usare manodopera a basso costo e tutele ridotte

Una foto pubblicata su Twitter dal giornalista Dario Di Vico ha messo a nudo una realtà molto diffusa ma ancora troppo nascosta: lo sfruttamento dello stage, troppo spesso utilizzato come mezzo per usare manodopera a basso costo e tutele ridotte. Nell’annuncio della foto un’azienda cerca uno stagista per compiti di grande responsabilità (si va dalla gestione del personale a quella dell’accoglienza ospiti) in una struttura alberghiera, offendo un compenso mensile di 700 euro.



Non c’è alcun contenuto formativo del rapporto: si offre un lavoro con un compenso inadeguato e senza tutele giuridiche. È un caso clamoroso perché lo stage non è un rapporto di lavoro ma un’esperienza formativa, dentro la quale le attività svolte dal tirocinante servono ad imparare un mestiere, non certo a sopperire, con costi ridotti, a manodopera assunta con un regolare contratto.


Questa situazione è molto più diffusa di quanto si possa pensare, e colpisce in maniera crudele proprio i soggetti più deboli del mercato del lavoro, i giovani in cerca di una prima occupazione: sono gli ultimi ad entrare in azienda con un vero contratto e i primi ad uscire (senza alcuna tutela giuridica o economica) al primo vento di crisi.
Chiunque tenga a un mercato del lavoro moderno ed efficiente deve ribellarsi con forza a questi abusi. Il diritto del lavoro italiano ha la grande colpa di non agevolare il lavoro stabile e regolare: lo abbiamo detto più volte su queste pagine e continueremo a farlo.
Ma questa complessità non può diventare un alibi per giustificare annunci come quello della foto: lo stagista esperto è una vergogna inaccettabile.

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