Nervi tesi sulla scuola, in arrivo le linee guida della ministra Azzolina: prof e studenti sul piede di guerra

Proteste in 60 piazze italiane per il piano di riapertura della scuola previsto dalla ministra dell’Istruzione. Sul ritorno in classe a settembre restano ancora molti dubbi da sciogliere

Le linee guida per la ripartenza della scuola non hanno ottenuto la sufficienza. Il piano della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina è stata una bocciatura su più fronti. E oggi sarà discusso durante la Conferenza straordinaria delle Regioni e quella Stato Regioni e Unificata poi. Mentre tutti, dai presidi agli studenti, scenderanno oggi in piazza in 60 città per manifestare contro la totale dimenticanza da parte del governo dell’Istruzione nel piano post lockdown.


Da Varese a Palermo, l’appello per una soluzione che non tenga ancora in disparte giovani e bambini è corale. L’appuntamento a Roma è alle ore 18 a San Silvestro. Mentre a Milano la manifestazione si svolgerà a Piazza della Scala, davanti alla sede del comune di Palazzo Marino. A Bologna la protesta partirà da piazza XX Settembre. A Napoli, in piazza del Plebiscito.

«Auspicavamo di poter leggere indicazioni più chiare, invece le decisioni sono state rinviate alle istituzioni scolastiche. Non viene indicato un livello minimo di servizio garantito, specie per la didattica in presenza», aveva commentato a Open Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale dei Presidi.

Critiche che lasciano Lucia Azzolina esposta all’interno della maggioranza. Fallire nell’assicurare un ritorno a scuola in sicurezza potrebbe portare a un rimpasto di governo. Tanto che sulla vicenda è dovuto intervenire il premier Giuseppe Conte, scrive Repubblica. Ieri la ministra ha provato a calmare gli animi chiedendo di non speculare su un piano ancora in fase di definizione e da cui dovrebbero arrivare altri 500 milioni aggiuntivi al miliardo già messo a disposizione nel Dl Rilancio.

Cosa prevede il piano del ministero

Il piano fornisce grande autonomia, per i presidi troppa, agli istituti scolastici sulle modalità della ripartenza senza indicare chiare linee guida. Spetta infatti alle singole scuole il compito di intessere rapporti con enti locali per recuperare spazi per le lezioni, dalle biblioteche alle palestre, per rispettare il distanziamento sociale.

Un distanziamento che risulta difficile in edifici che da anni richiedono una ristrutturazione, come ha fatto notare a Open Emma Creola, rappresentante dell’associazione studentesca Unilab Milano: «È facile parlare di riapertura delle scuole e di distanziamento nelle aule. Ma se si vanno a guardare la realtà delle nostre scuole a livello edilizio bisogna guardare quanto queste proposte possano essere attuabili».

E se vengono lasciati fuori plexiglas e divisori, l’idea del ministero dell’Istruzione è quella di avere doppi turni per la mensa e lezioni anche al sabato. Ma nel piano non vengono previste nuove assunzioni, così come non si tiene conto delle difficoltà per i genitori di adeguarsi ad orari falsati e torvare i mezzi di trasporto.

Alto tema rimasto in una nuvola di fumo è quello della didattica. Le linee guida prevedono una modalità di insegnamento mista, senza però chiarire quali strumenti verranno forniti per rafforzare l’apprendimento in e-learning e colmare il gap digitale emerso durante la pandemia.

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