Il governatore della Toscana: «Sull’aborto l’Umbria leghista impone imbarazzi e sofferenze alle donne» – Video

«Pensiamo che sia corretto, laddove è possibile avere un collegamento con l’ospedale e i reparti di ginecologia, distribuire l’RU486 attraverso gli ambulatori», ha detto il presidente toscano

Di aborto si è tornato a parlare recentemente nel nostro Paese dopo la decisione della Regione Umbria, a guida leghista, di abrogare la sperimentazione del farmaco RU486 (la pillola abortiva) in regime di day hospital.


Sul tema è intervenuto oggi il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi: «Noi in Toscana abbiamo sempre pensato che l’aborto con la pillola fosse un modo per venire incontro a una situazione drammatica di disagio che senz’altro le donne provano quando decidono di effettuare sul proprio corpo un aborto. Per questo, per primi, abbiamo consentito l’importazione del farmaco anche quando in Italia non era commercializzato. Questo nostro impegno ha aperto la strada al riconoscimento della RU486 a livello nazionale», ha detto Rossi.

«Pensiamo che non solo sia corretto evitare il ricovero – ha proseguito -, ma anche che sia corretto, laddove è possibile avere un collegamento con l’ospedale e i reparti di ginecologia, distribuire l’RU486 attraverso gli ambulatori. Anche in questo caso allo scopo di evitare disagi, sofferenze inutili, con la massima attenzione alla tutela della salute della donna. Proprio il percorso opposto che una Regione a noi vicina come l’Umbria ha deciso di prendere quando invece ha fatto una delibera che obbliga le donne che ricorrono all’RU486 al ricovero ospedaliero. Una sofferenza inutile, un dispendio inutile di risorse e di energie, un imbarazzo che può essere evitato».

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