Il giorno in cui Morricone disse basta alla musica per il cinema: «Tranne che per Tornatore» – Il video

Un anno prima della sua morte, il maestro aveva annunciato di voler fare esclusivamente quello che aveva già (e sempre) fatto «musica assoluta»

Era esattamente un anno e un mese fa quando, «emozionatissimo» nonostante i successi già alle spalle, il maestro Ennio Morricone – deceduto oggi, 6 luglio – ricevette dall’associazione Cultura Italiae il premio Presidio Culturale Italiano. Si trattava dell’ennesimo riconoscimento da aggiungere alla lunga lista di premi ottenuti nella sua carriera da compositore. In quell’occasione, accolto nella sempre suggestiva cornice del Colosseo («Io sono romano, quindi per me il Colosseo è ancora qualcosa di inarrivabile», aveva detto durante la premiazione), Morricone aveva annunciato di voler chiudere con le colonne sonore per il cinema.


«Il prossimo step è quello di non fare più musiche per il cinema», aveva detto, aggiungendo immediatamente: «salvo che per Giuseppe Tornatore». La collaborazione tra il regista e Morricone è stata una delle più importanti della sua attività, che si è manifestata in exploit cinematografici inarrivabili che hanno scolpito la cultura italiana e internazionale – tra i titoli più noti ci sono Cinema Paradiso, Nuovo cinema paradiso, Baarìa, Stanno tutti bene, La leggenda del pianista sull’oceano.


Lo stesso Tornatore aveva scritto un libro-intervista dedicato al maestro uscito nel 2018, dal titolo «Ennio – The Maestro» (HarperCollins editore), e sulla scia del quale il regista stava lavorando per un documentario dedicato alla vita di Morricone. Alle riprese prenderanno parte anche personalità straordinarie come Quentin Tarantino (altro regista legato al compositore), Bruce Springsteen e Clint Eastwood. Per il cinema e la televisione Morricone ha scritto più di 500 melodie. «Ora faccio musica non del cinema», aveva detto in quell’occasione. «Ho già scritto una messa, un concerto per due pianoforti e archi. Lavoro continuando a fare quello che ho già e sempre fatto: musica assoluta, come la chiamo io».

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