Ponte di Genova, i Cinquestelle all’attacco: «Fuori i Benetton». Di Maio: «Si mantengano le promesse»

Il viceministro Buffagni cita gli ignavi dell’Inferno di Dante per attaccare l’ultima decisione del governo sul nuovo Ponte Morandi. Duro anche il capo politico Vito Crimi che promette di non voler «arretrare di un millimetro» nella battaglia contro Autostrade

Monta il malcontento tutto interno al M5s dopo la decisione del governo di affidare la gestione del nuovo Ponte Morandi ad Autostrade. C’è chi come il viceministro allo Sviluppo Economico Stefano Buffagni non dimentica la posizione storica del Movimento, da sempre intenzionato a revocare la concessione alla società della famiglia Benetton, a maggior ragione dopo il tragico crollo del ponte di Genova, nel quale morirono 43 persone.


Una posizione che era stata ribadita con fermezza dai vertici del governo al gran completo appena 24 ore dopo il crollo, due anni fa. Da allora però l’esecutivo non ha mai preso una decisione: «Rinviare non significa risolvere i problemi! – attacca Buffagni sui social – Il conto, salato, alla fine si paga sempre. I cittadini ci hanno eletto per cambiare e decidere», dice ancora il deputato M5s: «e non per aver “l’anime triste di coloro che visser senza ‘nfamia e senza lodo”», citando gli ignavi dell’Inferno di Dante.


Che il clima nel M5s sia sempre più nervoso dopo quella che appare una resa dell’esecutivo, pur di aprire il prima possibile il nuovo ponte Morandi, lo rivela anche la posizione del capo politico reggente Vito Crimi. Anche lui sui social ribadisce che il ponte di Genova: «non deve essere riconsegnato nelle mani dei Benetton. Non possiamo permetterlo. Questi irresponsabili devono ancora rendere conto di quanto è successo e non dovrebbero più gestire le autostrade italiane. Su questo il M5s non arretra di un millimetro».

Di Maio: «Sia mantenuta la promessa, fuori i Benetton»

Nel tardo pomeriggio arriva anche il commento dell’ex capo politico del M5s Luigi Di Maio. La questione della gestione del ponte di Genova va «subito risolta», «non voglio esprimere sentenze, né alimentare scontri, non ce n’è bisogno in questo momento», ma bisogna «mantenere le promesse fatte», scrive su Facebook l’attuale ministro degli Esteri.

«Alle famiglie delle vittime avevamo promesso due cose: che il ponte non lo avrebbero costruito i Benetton, ma un’azienda di Stato. Infatti lo hanno costruito Fincantieri con Webuild. E che i Benetton non avrebbero più gestito le autostrade. Tantomeno il ponte – ha concluso Di Maio -. Entrambe queste promesse ora vanno mantenute. La politica senta dentro di sé il peso di queste due promesse. E passi ai fatti».

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