L’ultima giravolta sul Morandi: ad Autostrade la gestione del nuovo ponte. Ecco cosa dice la lettera della ministra De Micheli

La decisione è contenuta in una lettera, citata da La Stampa, inviata dalla ministra De Micheli al commissario Bucci

Sarà Autostrade per l’Italia a gestire il nuovo ponte di Genova. Almeno finché il governo non deciderà per l’eventuale revoca della concessione, Aspi sarà «l’interlocutore per il passaggio di consegne» del Ponte di Renzo Piano, finito in tempi record ma ancora fermo al traffico. La decisione di affidare la nuova opera ai Benetton è stata riportata dalla Stampa, che cita una lettera arrivata lo scorso 6 luglio al commissario per la ricostruzione e sindaco di Genova Marco Bucci a firma della ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli.


Secondo il quotidiano, tra le motivazioni dietro la scelta del governo ci sarebbe il fatto che questo «rischia di essere l’unico modo per aprire al traffico in tempi ragionevoli». Vito Crimi, attuale capo politico del Movimento 5 Stelle, ha preso le distanze dalla decisione trapelata in mattinata. «Il ponte di Genova non deve essere riconsegnato nelle mani dei Benetton», ha scritto su Twitter. «Non possiamo permetterlo. Questi irresponsabili devono ancora rendere conto di quanto è successo e non dovrebbero più gestire le autostrade italiane. Su questo il Movimento 5 stelle non arretra di un millimetro».


Durissima la reazione del presidente della Liguria, Giovanni Toti, stupito per la decisione del governo: «Voi ridate il ponte ad Autostrade – ha scritto su Facebook – senza ottenere nulla». La rabbia di Toti scoppia dopo «due anni di minacce, immobilismo, proclami, giustizia promessa e rimandata» a proposito del crollo del ponte. Una tragedia che fece 43 vittime, per la cui morte ricorda Toti «nessuno ha ancora pagato».

Di Maio: «Sia mantenuta la promessa, fuori i Benetton»

La questione della gestione del ponte di Genova va «subito risolta», «non voglio esprimere sentenze, né alimentare scontri, non ce n’è bisogno in questo momento», ma bisogna «mantenere le promesse fatte». Lo scrive su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. «Alle famiglie delle vittime avevamo promesso due cose: che il ponte non lo avrebbero costruito i Benetton, ma un’azienda di Stato. Infatti lo hanno costruito Fincantieri con Webuild. E che i Benetton non avrebbero più gestito le autostrade. Tantomeno il ponte. Entrambe queste promesse ora vanno mantenute. La politica senta dentro di sé il peso di queste due promesse. E passi ai fatti».

Il testo della lettera

Repubblica, in esclusiva, ha pubblicato il testo della lettera firmata dalla ministra De Micheli, spedita al commissario Bucci e, per conoscenza al premier Conte. «Tra le questioni prioritarie – si legge -, viene richiamata l’esigenza di identificare il futuro “esercente/concessionario” dell’infrastruttura». La ministra prosegue sottolineando che, il rapporto di concessioni ad Autostrade potrebbe variare in funzione delle contestazioni in atto.

Ma, aggiunge, «al termine dei lavori – per la riapertura del viadotto, ndr. – l’infrastruttura in questione deve ritenersi riassorbita nel rapporto concessorio vigente al momento del trasferimento». Insomma, il trasferimento ad Autostrade di cui parla la lettera, «non interferisce in alcun modo con la procedura di contestazione in corso connessa all’incidente verificatosi il 14 agosto 2018, restando all’esito di questa condizionato».

«Per assicurare la più ampia garanzia di scrupolosa gestione dell’infrastruttura, nella massima trasparenza, si manifesta l’opportunità che anche le attività connesse al monitoraggio dell’infrastruttura e al rispetto dei piani di manutenzione siano regolati mediante un distinto protocollo operativo – conclude -, che potrebbe prevedere il coinvolgimento di operatori terzi, muniti di caratteristiche di terzietà, espressi dall’amministrazione». Firmato Paola De Micheli.

Per il ponte Morandi solo 33 mila euro l’anno per la manutenzione

Intanto, l’Autorità Nazionale Anti-Corruzione ha fatto sapere che Aspi ha investito poco più di 33mila euro l’anno per spese di manutenzione e sicurezza del Ponte Morandi. Per 7.317 tra viadotti, gallerie, ponti – sottolinea l’Anac e riporta Repubblica – i gestori hanno speso solo il 2,2% degli investimenti complessivi.

Il rapporto – stilato non senza fatica nel reperire le informazioni – è stato presentato dal presidente Francesco Merloni alla Commissione lavori pubblici al Senato, che, come ha spiegato Repubblica, ha sottolineato che si tratta di una cifra irrisoria a fronte dello «stato di ammaloramento» della struttura «accertato già negli anni novanta».

Secondo Merloni, «gli interventi di tipo strutturale sono stati effettuati solo fino al 1994, quindi, da parte del precedente concessionario, Iri». Un’accusa incassata da Autostrade, che si è difesa additando la lentezza della burocrazia pubblica nell’approvare i piani di restauro: solo il 27% dei lavori programmati nel piano di intervento di Aspi è stato realizzato.

Pur concordando con i ritardi dell’amministrazione pubblica, l’Anticorruzione ha lamentato una scarsa collaborazione della società nel rendere noti i dati. Un comportamento che sarebbe abitudinario: «È evidente che Autostrade per l’Italia S.p.A. ha mostrato, in generale, una scarsa o nulla propensione alla condivisione di informazioni con soggetti deputati al controllo o, comunque, a garantire un presidio di trasparenza nell’interesse ed a tutela di tutta la collettività».

In merito a quella che sarà la gestione del nuovo Ponte le premesse non fanno ben sperare: da dicembre 2018 non si sono rinnovati nomi e termini per i controlli.

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