Dl semplificazioni, dalle tratte ferroviarie alle strade: quali sono i cantieri da Nord a Sud

Tra le incompiute da sbloccare c’è anche il Mose, la Tav Torino-Lione e la Gronda di Genova

Dagli appalti alla digitalizzazione della P.a, passando per la green economy. Il decreto semplificazioni che ha avuto il via libera dal Cdm la scorsa notte, e che è stato presentato oggi in conferenza stampa dal presidente del Consiglio Conte, interviene su molti aspetti che riguardano la semplificazione burocratica, ma si concentra in particolare sullo sblocco di 130 opere strategiche, contenute nel piano “Italia veloce” messo a punto dal Mit.


Il costo complessivo del progetto ammonta a circa 200 miliardi così ripartiti: 54,3 miliardi per strade e autostrade; 113,4 miliardi per ferrovie con nodi urbani; 20,8 miliardi per il trasporto rapido di massa nelle città metropolitane; 5,1 miliardi per i porti; 3,1 miliardi per gli aeroporti. La ministra Paola De Micheli, in conferenza stampa, ha detto che l’Italia approfitterà anche del Recovery Fund per far fronte a questi investimenti.


Le tratte ferroviarie

In testa al documento si trova la Tav, l’alta velocità Torino-Lione. Epopea infinita per 235 chilometri di tratta ferroviaria, adibita al trasporto di persone e merci. L’inizio della sua costruzione risale ai primi anni 2000 e non è ancora terminata. L’opera è diventata negli anni un vero e proprio terreno di scontro ideologico tra chi ne sostiene la realizzazione e chi no. Dopo la Tav si trovano il potenziamento della Gallarate-Rho, oltre che il raddoppio della Vignale-Oleggio-Arona.

Al Nord

In Lombardia si punta alla velocizzazione della Torino-Milano-Genova, attraverso una serie di interventi, che vanno dal quadruplicamento della Milano-Pavia, all’alta velocità Milano-Tortona-Genova, così come per la tratta Torino-Alessandria-Genova. Investimenti anche per il Nodo di Genova e il Terzo Valico dei Giovi, oltre che per la linea Brescia-Verona Padova.

Interventi anche nel Nord-Est del Paese, con il potenziamento della Venezia-Trieste e della Trieste-Divaca, oltre che il raddoppio della linea Udine-Vervignano. Spostandoci verso il centro troviamo la velocizzazione della tratta Bologna-Lecce, tramite il raddoppio della linea Termoli-Lesina. Stesso discorso per le linee Cancello-Frasso-Telesino-Vitulano-Apice ed Orsara-Bovino-Cervaro. Nel documento si trova poi la nuova tratta di valico Apice-Orsara e l’integrazione della linea Cancello-Napoli con AV/AC 10.

Al Sud

Al sud invece è previsto il potenziamento della tratta Napoli-Bari-Lecce-Taranto, interventi sulla Variante Agropoli, raddoppio e velocizzazione della Messina-Catania-Siracusa e una nuova direttrice tra Palermo e Catania.

Strade e autostrade

Anche qui il pacchetto di incompiute è nutrito. Il Dl si propone di sbloccare, tra le altre, il potenziamento della A22 tra Bolzano sud e l’interconnessione con la A1 Verona Nord, oltre che il collegamento Campogalliano-Sassuolo tra la A22 e la Statale 467. Oltre al potenziamento della A4, con l’ampliamento della terza corsia nelle tratte tra San Donà di Piave e Alvisopoli e tra Gonars e Villesse, si trova il completamento della SS 675 Orte-Civitavecchia-Nuova tratta Monte romano est-Civitavecchia. Nel documento viene menzionato anche il Corridoio Tirrenico Meridionale dell’autostrada regionale Tor de Cenci-Latina e il completamento del terzo megalotto della SS 106 Jonica.

Il Mose tra le altre opere

Tra dighe, porti e aeroporti spunta un’altra tra le più grandi incompiute: il Mose. L’opera, che dovrebbe difendere Venezia dall’acqua alta, e la cui realizzazione è iniziata nel 2003, tra ricorsi, ritardi di costruzione e collaudi, non è ancora entrata in funzione.

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