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Conte verso la revoca ad Autostrade: «Se i ponti crollano vanno sanzionati i responsabili». Di Maio: «Salvini un alleato per i Benetton»

13 Luglio 2020 - 22:00 Redazione
«In caso di revoca, abbiamo altre soluzioni - assicura il premier -. Se c’è stato un problema di cattiva manutenzione, la responsabilità va sul management, non sui cittadini che devono subire il ricatto delle eventuali conseguenze»

«Ovviamente se arriveremo alla revoca delle concessioni, abbiamo poi delle altre soluzioni». Queste le parole del premier Giuseppe Conte durante la conferenza stampa a Meseberg con la cancelliera tedesca Angela Merkel. Il presidente del Consiglio ha risposto così ai cronisti che gli hanno domandato se in caso di revoca della concessione ad Autostrade la gestione passerebbe ad Anas, sollevando dei dubbi a proposito della sua capacità di essere all’altezza del compito. Nette le parole di Conte: «Se ci sono ponti e questi ponti crollano, dobbiamo saper sanzionare chi è responsabile di questo crollo».

«Attenzione alla prospettiva dei rischi collegati alla revoca – mette in guardia il premier riferendosi anche al crollo in Borsa di Atlantia – se assecondata significherebbe che è possibile continuare con il dispendio di risorse pubbliche e dare prevalenza all’interesse privato». «In una logica corretta di rapporti in equilibri economico, giuridico e finanziario – ha proseguito il premier – se c’è stato un problema di cattiva manutenzione, la responsabilità va sul management soggetto ad azione di responsabilità, non sulla cittadinanza che deve subire il ricatto di eventuali conseguenze e incertezza che avrebbero le decisioni pubbliche sul concessionario privato».

Il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa con la cancelliera Angela Merkel ANSA/FILIPPO ATTILI

Di Maio: «D’accordo con Conte, via la gestione ai Benetton»

«Oggi tutti dicono di essere favorevoli a togliere il controllo di Autostrade ai Benetton. Lo dicono anche quelle forze politiche che, quando hanno potuto, si sono messe di traverso». Queste le parole che l’ex vicepremier M5s del governo Conte I ha scritto sulla sua bacheca Facebook a proposito della revoca della concessione ad Autostrade riferendosi alla Lega di Matteo Salvini. «Mentre noi chiedevamo di togliere le autostrade ai Benetton, lo ricordo bene, Salvini temporeggiava e c’era sempre un “ma” o un “però” ad ostacolare il processo. Sempre un tentennamento. I Benetton avevano nel governo un alleato su cui contare»

«Il passato fortunatamente ora è alle spalle – prosegue Luigi Di Maio – Ma trovo falso e ipocrita che oggi sia proprio Salvini a chiedere giustizia, definendoci ridicoli e bugiardi». «Io posso dire che abbiamo sempre detto che i Benetton non avrebbero ricostruito il nuovo ponte di Genova. E così è stato – puntualizza il ministro degli Esteri -. Abbiamo sempre detto che bisognava togliere ai Benetton la gestione di autostrade. E questo nuovo governo, oggi, sta lavorando per raggiungere quest’altro obiettivo. È un bene che il presidente Conte stia curando il dossier con tanta attenzione, abbiamo massima fiducia nelle sue parole».

In serata arriva anche la replica di Matteo Salvini al ministro degli Esteri Luigi Di Maio sul dossier Aspi. «A differenza di altri non ho mai incontrato un Benetton nella vita. Di Maio e Toninelli non scarichino la propria incompetenza su altri, su Autostrade hanno perso solo tempo e fatto perdere soldi agli italiani. Mai visto un parere legale né un atto su revoca o proroga: il governo si svegli e decida qualcosa, dall’anno scorso non hanno più l’alibi».

La trattativa

È un muro invalicabile quello che il premier Giuseppe Conte ha deciso di alzare sulla revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia. In una lunga intervista di Marco Travaglio a Il Fatto quotidiano, Conte boccia senza appello le proposte dei giorni scorsi arrivate da Aspi per evitare la revoca della concessione, considerate insufficienti sotto ogni punto di vista.

Anche politico, quando ad esempio commenta l’ipotesi di una riduzione della quota dei Benetton in Autostrade, anziché l’uscita definitiva dalla società: «Sarebbe davvero paradossale se lo Stato entrasse in società con i Benetton – dice Conte – per le gravi responsabilità accumulate dal management scelto e sostenuto dai Benetton nel corso degli anni fino al crollo del Morandi e anche dopo».

Intanto il governatore della Liguria, Giovanni Toti, ha annunciato di aver avviato una causa civile contro Aspi e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per il caos sulle strade ligure nei giorni scorsi. «Non avremmo voluto arrivare a questo punto, mi spiace. Pretendiamo di non essere vittime sacrificali di un braccio di ferro che non riguarda solo i cittadini della Liguria. Oltre che a essere danneggiati, non ci stiamo a essere anche beffati», ha detto Toti, come riporta La Repubblica.

Atlantia crolla in Borsa

Il primo pesantissimo effetto dell’intervista del premier Conte su Atlantia si registra a Piazza Affari, dove la società controllata dal gruppo Benetton ha aperto con enormi difficoltà, per poi crollare del 12%, scendendo a 11,7 euro per azione. Sull’onda delle minacce per la revoca della concessione autostradale, cedono anche gli altri titoli del settore. In calo Autostrade Meridionali, con una perdita in apertura del 4,6% e Astm, del gruppo Gavio, con un calo dell’1,9%.

I Benetton: «Sempre rispettate le istituzioni»

«La famiglia Benetton ha sempre rispettato le istituzioni, sia in passato quando è stata sollecitata a entrare in diverse società in via di privatizzazione (Sme, Alitalia etc ndr), così come oggi», fanno sapere fonti vicine alla famiglia.

Secondo le stime degli analisti, l’eventuale revoca della concessione potrebbe provocare un default da 19 miliardi. Dieci miliardi sarebbero i debiti dovuti alla riduzione della penale prevista dal Milleproroghe, mentre l’impatto a cascata su Atlantia sarebbe di altri 9 miliardi.

La proposta bocciata

L’offerta di Aspi non è solo insufficiente, ma anche tardiva per il premier, che martedì 14 luglio riunirà il Consiglio dei ministri per «chiudere il dossier» sulla concessione ad Autostrade «ed evitare il protrarsi di ulteriori incertezze».

Dopo le polemiche per l’affidamento temporaneo della gestione del nuovo ponte Morandi proprio ad Autostrade, ora l’offerta di Aspi rischia di essere a tratti offensiva secondo il premier: «I Benetton non prendono in giro il presidente del Consiglio – aggiunge – ma i famigliari delle vittime del ponte Morandi e tutti gli italiani».

Un braccio di ferro iniziato dopo il tragico crollo del ponte Morandi nel 2018, durante il quale Autostrade ha «scommesso sulla debolezza dei pubblici poteri nella tutela dei beni pubblici», forte anche di una concessione sostanzialmente blindata anche dal voto del Parlamento. Con la crisi di governo è coinciso anche un atteggiamento più rigido di Aspi con il governo: «Confidando, evidentemente, nella caduta del mio primo governo», ricorda il premier. Fino alla proposta degli ultimi giorni, arrivata all’ultimo minuto dopo mesi di resistenze.

Non bastano a convincere Conte neanche i passi in avanti fatti da Aspi per venire incontro al governo, come i 3,4 miliardi offerti come risarcimento per il crollo del Ponte Morandi. Una «immane catastrofe in buona parte imputata ad Aspi a interventi di manutenzione – aggiunge Conte – che comunque il concessionario ha già l’obbligo di realizzare».

E non basta neanche l’offerta di ridurre le tariffe autostradali per i prossimi anni, che però non contemplano i ricavi ridotti per il Coronavirus, con la possibilità che la società possa reclamare altri fondi pubblici. E infine ci sono i termini della concessione di cui gode Autostrade da anni, secondo i quali la società non può vedersi togliere la concessione anche se la rete autostradale fosse gravemente compromessa.

Lo Stato potrebbe solo obbligare Aspi a ripristinare e non a sciogliere il contratto: «Se crollasse un altro ponte – dice ancora Conte – non potremmo sciogliere la convenzione e, se mai lo facessimo, dovremmo rifondere ad Aspi con 10 miliardi di euro, e solo per l’avviamento. Quando ho letto la proposta ho pensato a uno scherzo».

Aspi pubblica la proposta inviata al governo: «La scelta sia economica»

Autostrade per l’Italia ha pubblicato sul proprio sito la proposta inviata all’esecutivo, nella quale aumenta da 2,9 a 3,4 miliardi l’importo a proprio carico per le riduzioni tariffarie, gli interventi di manutenzione e la ricostruzione del ponte di Genova. Già dal titolo con cui viene pubblicata la proposta, Aspi precisa che si tratta dell’ «esito di un confronto negoziale iniziato circa un anno fa». Nella nota a corredo, Autostrade auspica che le decisioni che saranno prese siano «basate solo ed esclusivamente su aspetti di tipo giuridico, tecnico, sociale ed economico».

Toti fa causa a Mit e Aspi

Dopo un nuovo difficile fine settimana sulle strade ligure, Giovanni Toti ha annunciato di aver avviato l’iter per chiedere i danni ad Aspi e Mit. Il consulente legale della Regione Liguria ha chiesto intanto l’accesso agli Atti sia al Mit che ad Aspi che avranno 30 giorni per fornire una risposta. «La regione ha bisogno di vedere le carte per individuare responsabilità e tipologie di danni perché è stata tenuta all’oscuro di quanto sta accadendo», ha detto il consulente legale a Repubblica. Sempre secondo il consulente, i danni vanno da quelli d’immagine a quelli legati alla riorganizzazione di molti servizi.

Zingaretti: «Risposta deludente, giusti i rilievi di Conte»

«La lettera di Aspi al Governo è deludente e conferma ulteriormente l’esigenza di un profondo cambio di indirizzo dell’Azienda basato su impegni rigorosi in materia di tariffe, sicurezza e investimenti, e su un assetto societario che veda lo Stato al centro di una nuova compagine azionaria che assicuri l’avvio di questa nuova fase», il segretario del Pd Nicola Zingaretti espone la sua posizione sul tema più caldo di questi giorni e condivide i rilievi sollevati dal premier Conte. «Il governo agisca tempestivamente e in modo unitario per giungere a una rapida conclusione in tal senso, assicurando quindi la soluzione migliore nell’interesse del paese e dei cittadini»

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