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Coronavirus, le notizie della notte – Negli Usa ultima fase di test sull’uomo per il primo vaccino. Fauci ottimista: «Un miliardo di dosi pronte entro un anno e mezzo»

15 Luglio 2020 - 07:29 Redazione
I contagi nel mondo di Coronavirus salgono a quota 13,3 milioni, con 578.628 vittime secondo la Johns Hopkins University. Il bilancio più grave è negli Stati Uniti, dove si registrano 3,4 milioni di casi, seguiti dal Brasile con quasi 2 milioni. Segue l'India con 936 mila infezioni

Usa

EPA/CJ GUNTHER | L’ingesso principale dell’azienda di biotech Moderna, a Norwood in Massachussetts

Il vaccino anti-Coronavirus dell’azienda americana Moderna potrebbe essere il primo a concludere la fase di test clinici. La sperimentazione conclusiva comincerà il 27 luglio e si dovrebbe concludere entro il 27 ottobre. Parteciperanno 30 mila persone, metà delle quali riceverà una dose di 100 microgrammi, mentre l’altra metà assumerà un placebo. La stessa azienda ha però avvertito che i primi vaccini che arriveranno sul mercato potrebbero non essere del tutto efficaci e sicuri.

Fauci: «Un vaccino entro un anno e mezzo»

EPA/Al Drago | L’immunologo americano Anthony Fauci

Segnali incoraggianti sulla produzione rapida di un vaccino su larga scala arrivano anche dall’immunologo Anthony Fauci. Lo scienziato della task force della Casa Bianca per l’emergenza Coronavirus ha previsto che un vaccino dovrebbe essere pronto «entro il prossimo anno, anno e mezzo».

Come riportano i media americani, Fauci ha previsto che le aziende saranno in grado di realizzate fino a un miliardo di dosi, così da rendere possibile la distribuzione anche fuori dagli Stati Uniti. Sull’ipotesi che i primi vaccini potranno non essere efficaci del tutto, Fauci ha chiarito che sarà comunque possibile raggiungere un’immunità di gregge, ma solo se ci sarà un numero adeguato di persone vaccinate, cioè non inferiore al 70-75%.

Spagna

EPA/Alejandro Garcia | La polizia catalana a Barcellona informa i passanti sull’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi pubblici

Il governo della Generalitat della Catalogna in Spagna ha deciso di procedere con il lockdown per gli otto comuni della zona di Segrià, dove il focolaio di contagi di Coronavirus rischia di essere incontrollabile. Come riporta il quotidiano la Vanguardia, il governo locale ha preso una decisione in tempi rapidissimi, una risoluzione accompagnata da una modifica della legge catalana sulla sanità pubblica, depositando con urgenza il provvedimento anche in tribunale per i contenziosi amministrativi.

Lo scorso lunedì il tribunale di Lleida non aveva ratificato la decisione del governo catalano per gli otto comuni in quarantena, definendola «sproporzionata». Il lockdown prevede l’obbligo di restare in casa, concedendo di uscire solo per motivi di prima necessità. Come ha spiegato la consigliere dalla presidenza, Meritxell Budó, la quarantena durerà 15 giorni e riguarderà i comuni di Lleida, Alcarràs, Soses, Seròs, Aitona, La Granja d’Escarp, Massalcoreig e Torres de Segre: «Chiediamo ai cittadini che siano corresponsabili della decisione – ha detto Budó – e che non escano di casa se non necessario».

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