Il vaccino anti-Covid di Oxford (anche made in Italy) è «sicuro e tollerato». A che punto è la fase di sperimentazione

I risultati preliminari del Jenner Institute hanno prodotto una risposta immunitaria «sicura e tollerata», ma bisogna ancora superare altre prove

«Sicuro e tollerato», così descrivono i ricercatori di Oxford il ChAdOx1, il vaccino anti Covid-19 che, nelle prime fasi di sperimentazione, ha dato risultati importanti. Lo studio del Jenner Institute di Oxford, pubblicato dalla rivista scientifica The Lancet, rendono la speranza di trovare un vaccino anti coronavirus, più concreta. La formula creata ha passato la fase 1 e 2 di sperimentazione, presentando «una forte risposta immunitaria e anticorpale fino a 56 giorni della sperimentazione in corso».


I risultati preliminari hanno coinvolto 1077 adulti sani. La formula produce una doppia risposta immunitaria: sia anticorpi specifici, mirati a combattere Covid-19, sia linfociti T, cellule che giocano un ruolo fondamentale nella risposta del sistema immunitario. Una riuscita perfetta nel 90% dei casi, anche nel 100% se si interviene con una doppia somministrazione. I ricercatori del Jenner Institute hanno infatti somministrato una doppia dose a un sottogruppo di dieci persone, ottenendo una risposta immunitaria ancora più rilevante.


la corsa ai vaccini

«Nessuna reazione avversa se non minimi effetti collaterali facilmente attenuate con paracetamolo» rassicurano i ricercatori, che ora procederanno per la verifica della fase 3. Un fase determinante che consisterà nello studio dell’efficacia su migliaia di persone a rischio infezione.

«Entro un anno, possibile ma non certo»

Avere il vaccino entro un anno «è possibile ma non certo». Sarah Gilbert, uno delle principali ricercatrici della sperimentazione, ha parlato così alla Bbc riguardo le tempistiche di disponibilità della formula anti Covid. Gilbert spiega che molto dipenderà dal verificarsi di tre condizioni specifiche. La prima è quella già citata riguardante l’efficacia della formula anche nella fase 3. Il vaccino dovrà poi «essere prodotto in grandi quantità».

Terza, ma non ultima condizione, «le agenzie regolatorie dovranno approvarlo per un uso di emergenza». Possibilità che, specifica la ricercatrice, «dovranno concretizzarsi tutte e tre contemporaneamente, affinché si arrivi a un gran numero di persone vaccinate».

La sperimentazione cinese

La rivista The Lancet riporta anche di un’altra valida sperimentazione cinese, positiva alla risposta immunitaria anti Covid-19 per le fasi 1 e 2 dello studio. Testato su oltre 500 individui, che va ad agire sulla proteina «Spike» del virus SarsCov2 .

A Pomezia i partner per la distribuzione

La Irbm di Pomezia è l’azienda partner di Oxford nella produzione del candidato vaccino. Una volta avuta la conferma che gli anticorpi generati da ChAdOx1 difendono contro Covid-19, l’obiettivo della partnership italiana è quella di arrivare alla distribuzione entro la fine dell’anno. Una prospettiva ambiziosa che prevede l’impegno del governo italiano, insieme ad altri Paesi europei, con la multinazionale Astrazeneca, al fine di avere una prima tranche di 60 milioni di dosi, divisa tra i partecipanti.

Gli interrogativi da sciogliere

Oltre alla verifica fondamentale dell’efficacia del vaccino anche nella fase 3, e quindi su larga scala, dosaggio e durata della protezione rimangono gli interrogativi da sciogliere. Le sperimentazioni, attualmente in corso in corso nel Regno Unito, in Brasile e in Sudafrica, zone dove i focolai sono ancora potenti, potranno far capire di più. Visti i più di mille casi di persone sane prese in considerazione dalla prima fase della sperimentazione, ora sarà necessario agire su persone esposte a rischio contagio, sugli anziani e su chi aveva patologie già presenti.

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