Scuola, Azzolina difende i nuovi banchi e il concorso per assumere i precari. E ai genitori: «Misurate la febbre a casa per non mettere in pericolo gli altri»

«Abbiamo messo 6 miliardi sulla scuola da gennaio a oggi, e solo per settembre sono 2,9 miliardi», ha detto la ministra al Villaggio Rousseau

In casa M5s al via questa mattina le “Olimpiadi delle idee“, la due giorni organizzata con un Villaggio Rousseau in versione totalmente digitale, con 126 speaker e 32 sessioni di lavoro. Tra gli interventi anche quello della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina che, rispondendo alle domande degli utenti, ha affrontato tutti i temi sul tavolo in questi giorni che riguardano la scuola e, soprattutto, la ripartenza a settembre. Ovviamente in un clima particolarmente favorevole. «Il mio sogno civico è una scuola aperta – ha esordito la ministra -. Una scuola accogliente. Scuola aperta significa non soltanto la mattina, significa scuola come presidio di socialità e di legalità all’interno di un territorio, che accoglie gli studenti e la comunità. Significa scuola innovativa. I risultati degli studenti, quando la didattica cambia, cambiano tantissimo. Abbiamo delle medie elevatissime che li mettono sullo stesso piano degli altri studenti europei».


La didattica a distanza

Primo tema affrontato quello della didattica a distanza: «All’inizio non è stato facile. Siamo partiti quasi da zero. Il personale scolastico non era formato a sufficienza per fare didattica a distanza. Ma è stata una cosa eccezionale», ha spiegato Azzolina. «C’è stata quella alleanza educativa fortissima tra le famiglie e il personale scolastico, perché di fatto la scuola è entrata a casa delle persone». «Finalmente si sono utilizzate delle forme di didattica nuove, più innovative. I professori si sono formati e loro stessi mi dicono che in pochissimi giorni, settimane, hanno fatto quello che per decenni non era stato fatto nella scuola dal punto di vista della formazione. Noi non abbiamo voluto rinunciare alla didattica digitale, che si potrà utilizzare anche in classe».


Nord e Sud

Rispondendo a un utente che chiedeva se ci fossero, da Nord a Sud, più scuole pronte o non pronte la ministra ha detto: «L’idea che il Sud sia sempre messo peggio e il Nord sempre messo meglio ormai non funziona. Abbiamo delle scuole molto belle al Nord come al Sud. Chiaramente ci sono situazioni differenti. Il nostro compito, come ministero, è quello di gemellare le scuole più innovative, che hanno fatto dei grandi passi avanti negli ultimi anni, con quelle più in difficoltà affinché si possa dare una mano a loro. E questo accade al Nord quanto al Sud».

Misurazione della temperatura a casa

Perché a casa e non a scuola?, ha chiesto un utente. «Per una questione di precauzione – ha risposto la ministra -. Se io ho un bambino che sta male, ha la febbre, io non so se è dovuta a una banale influenza o se possa essere dovuta al Coronavirus. Io non metto in pericolo tutti gli altri bambini e i cittadini in generale. Se misuro la temperatura a casa, e si constata che quel bambino non sta bene, non lo mando fuori, non lo metto sui bus, per strada, o in fila per entrare a scuola. In un ragionamento di precauzione è bene misurarla prima la temperatura per evitare di contagiare, dopo, le persone».

Capitolo banchi nuovi

La ministra si è poi soffermata su una delle polemiche più roventi delle ultime settimane: «Trovo tutta la polemica sui banchi ormai sterile – ha detto -. Se i governi non investono sull’istruzione vengono criticati, quando investono vengono criticati lo stesso. Noi abbiamo chiesto ai dirigenti scolastici che tipo di banco volevano. Perché i banchi non possono essere tutti uguali, facciamo riferimento ad età di studenti e studentesse diverse. I banchi con le rotelle sono utilizzati in tantissime scuole italiane innovative, e sono stati pensati così perché permettono agli studenti di lavorare in gruppo, fare dei lavori nuovi, avere forme di didattica e di apprendimento diversi. Ma sono soltanto una parte dei banchi».

«Poi ci sono gli altri più tradizionali – ha proseguito -, che si utilizzano soprattutto nella scuola primaria e secondaria di primo grado. È stata fatta una gara europea, se ne occupa il commissario Arcuri, così che le tempistiche possano essere più celeri e anche i costi molto più contenuti, perché è evidente che se compri X milioni di banchi non costano quanto il prezzo del singolo banco come, ahimè, hanno fatto credere. Avremo tra pochi giorni tutti gli elementi per valutare; è un investimento importante sugli arredi. Abbiamo messo 6 miliardi sulla scuola da gennaio a oggi, e solo per settembre sono 2,9 miliardi».

Assunzione dei precari e concorso

Ad un utente che ha fatto presente il problema delle supplenze, chiedendo se non sia meglio assumere i precari anziché impuntarsi sul concorso la ministra ha risposto: «Noi i precari li vogliamo assumere». Ma «secondo quelle procedure che sono state previste dalla nostra Costituzione. A fine agosto faremo sicuramente le assunzioni, useremo le graduatorie dei vecchi concorsi, quelle cosiddette ad esaurimento. E poi facciamo i concorsi nuovi a fine settembre circa.

E comunque assumeremo i precari, che faranno i concorsi nuovi, sempre con retrodatazione al 1° settembre 2020. Il nostro obiettivo è assumere i precari. Perché assumerli, secondo delle procedure costituzionali, significa dare loro un futuro, una stabilità, avere una famiglia, fare un mutuo. Ma lo dobbiamo fare nel rispetto delle norme e della Costituzione».

Le date

«Sul concorso straordinario», ha spiegato la ministra, «stiamo lavorando per fine settembre, inizio ottobre e, subito dopo, ci sarà anche il concorso ordinario». «Sono due concorsi diversi, il primo è fatto appositamente per quei precari che hanno maturato almeno 36 mesi di servizio ed avrà una sola prova scritta. Mentre il concorso ordinario è per tutti gli altri».

La ripartenza a settembre

Sulla ripartenza Azzolina si è confermata ottimista, osservando come riusciremo «a riaprire il 14 di settembre, ovviamente in presenza. Essere in presenza però significa anche a una scuola che sia in sicurezza. Stiamo lavorando con gli enti locali, che hanno un ruolo fondamentale, perché sono i proprietari degli edifici scolastici, i comuni e le province. E affinché fossero fatti tutti i lavori di edilizia leggera, per i quali abbiamo dato tanti soldi ai comuni e alle province, abbiamo dato loro anche poteri commissariali straordinari nel Decreto scuola, così da velocizzare le procedure».

Classi pollaio

In vista della riapertura a settembre un altro problema da risolvere è quello delle classi sovraffollate e dei relativi spazi: «In Italia abbiamo un problema di classi sovraffollate. E questa è una battaglia storica del M5s. Due anni fa avevo presentato la proposta di legge contro le classi pollaio. E fui derisa, perché mi dissero che era la solita sparata del M5s. Le classi sovraffollate esistono e sono un problema per la sicurezza, per la didattica. Su questo tema stiamo lavorando. Abbiamo già nel Decreto rilancio rivisto la norma Gelmini. Ma lavoreremo ancora di più grazie ai soldi del Recovery Fund e l’obiettivo sarà quello di fare tanti investimenti di edilizia scolastica».

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