Lo sfogo della virologa su Facebook: «Spiagge e discoteche affollate, il Coronavirus uccide, non si scherza»

La dottoressa, responsabile del Laboratorio di Epidemiologia molecolare del Policlino di Bari, è preoccupata: «Per un po’ di riposo al mare, le persone stanno dimenticando, ma non è finita»

«Buona estate, ma ringraziate chi continuerà a lavorare per limitare i danni di irragionevoli comportamenti». A sfogarsi su Facebook è la professoressa Maria Chironna, responsabile del Laboratorio di Epidemiologia molecolare dell’unità operativa di Igiene del Policlinico di Bari. Il lungo post si aggiunge a quello dell’infermiera di Lucca che giorni fa aveva definito «imbecilli tutti quelli che dicono che il virus è finito».


Chironna ha deciso di scrivere in reazione a comportamenti considerati altamente rischiosi per un nuovo incremento della curva di contagi. «Le persone hanno rimosso o dimenticato che per poter godere di qualche giorno di riposo e di mare DEVONO stare attenti e adottare adeguati comportamenti per evitare nuovi focolai di infezione da #SARSCoV2», ha scritto preoccupata.


Il riferimento è al periodo che ci aspetta, «le tre settimane più critiche di questo incredibile 2020», a cui potrebbe seguire la temuta seconda ondata. Dal centro pugliese dove la professoressa Chironna lavora per processare più tamponi possibili volti all’individuazione del Covid-19, il monito è chiaro: «Non è finita. Ho ancora ben stampate nella mente le scene di marzo e aprile, il deserto delle strade e le sirene notturne».

La stagione turistica, secondo Chironna, sta influendo enormemente sui comportamenti errati. «Ci si riversa in spiagge cercando di piazzare l’ombrellone il più vicino possibile al mare, incuranti che già ci sono altre persone a mezzo metro. Tanto siamo all’aperto. E mentre si discute e ci si preoccupa di capire se il virus possa essere anche trasmesso con la #viaaerea, a distanza, osservo comportamenti assolutamente deplorevoli».

La professoressa parla di fiumi di macchine, discoteche affollate e feste con gli sconosciuti. Senza contare l’utilizzo poco responsabile della mascherina, «ce la portiamo dietro ma l’abbassiamo per l’occasione. Igiene delle mani e disinfettanti, un ricordo passato. Flaconi presenti all’ingresso di lidi e sui banconi ma il livello è sempre lo stesso. Ma siamo impazziti?», scrive.

Lo aveva scritto già mesi fa, in un altro post del 30 aprile: «Col diminuire del numero dei casi e dei decessi, la gente potrebbe cominciare a non percepire più il rischio di malattia e pensare di poter «derogare» alle regole ferree». A distanza di tempo, di decessi e contagiati, la professoressa continua a ribadire: «Il Covid-19 uccide. Non si scherza».

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