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Usa, le battaglie ambientali di Kamala Harris. Il clima al centro dello scontro con Trump

14 Agosto 2020 - 15:56 Giada Giorgi
Dalla crociata contro il fracking alla protezione delle minoranze dalle esposizioni tossiche. Così la candidata vicepresidente alla Casa Bianca sostiene la politica green di Biden e sfida i colossi energetici

«Portiamoli in tribunale», aveva detto nel 2019 riferendosi ai Big Oil. Kamala Harris ce l’aveva con i grandi produttori di petrolio, colpevoli dell’utilizzo di combustibili fossili e quindi di contribuire al peggioramento della crisi climatica. Chevron Corp, Bp Plc, ConocoPhillips e Phillips 66 furono portati a processo per infrazioni in materia ambientale.

Harris, origini indiane e giamaicane, ha fatto della causa climatica un punto focale della sua campagna per la presidenza annunciata nel gennaio 2019, e ora, scelta come compagna di viaggio da Joe Biden in vista delle elezioni di novembre, può rafforzare la politica green già annunciata dal candidato democratico alla Casa Bianca.

Passate appena due ore dalla nomina di Harris come candidata alla vicepresidenza, Donald Trump l’ha subito attaccata sulla questione ambientale. «È contraria al fracking. È contro i prodotti petroliferi» ha detto il presidente Usa, durante la conferenza stampa alla Casa Bianca. «Voglio dire, come fai ad andare in Pennsylvania, in Ohio, in Oklahoma, nel grande stato del Texas ed essere contro i prodotti petroliferi?».

Il presidente insiste sul fracking, e cioè sulla fratturazione idraulica del terreno praticata dalle grandi compagnie petrolifere per il prelievo di oro nero. Grandi flussi d’acqua vengono utilizzati per fratturare le rocce e creare canali. Si arriva a 60,5 milioni di litri d’acqua per un singolo pozzo. Consumo idrico ad altissimi livelli dunque, per non parlare dei danni al terreno. Negli Stati Uniti i terremoti di matrice umana sono aumentati vertiginosamente, come conseguenza anche delle attività dell’industria estrattiva di petrolio e gas.

Mentre Harris si è sempre dichiarata «molto scettica» nei confronti del fracking, Trump ribatte facendo riferimento ai territori del Nord America in cui la produzione di gas e petrolio costituisce una delle principali risorse economiche e di posti di lavoro. Biden, da parte sua, non ha mai parlato di una messa al bando di questa tecnica, ma ha detto «di voler vietare nuovi permessi per l’estrazione di combustibili fossili nelle terre federali».

A fare da eco al presidente Trump anche la Western Energy Alliance, rappresentante di compagnie e fornitori di gas naturale e petrolio, che sostiene che Harris non aiuti Biden sul fronte ambientale, specie in Stati come la Pennsylvania. «Le persone che lavorano nel settore energetico preferiscono i lavori nel petrolio e nel gas naturale ai progetti rinnovabili. Un vicepresidente che ha chiesto il divieto del fracking non sarà convincente», si legge su Twitter.

Ma non c’è solo il fracking tra le battaglie ambientali di Harris. Il progetto di un New Green Deal è sempre stato a cuore alla senatrice della California, che prima dell’annuncio di Biden, la scorsa settimana, ha introdotto insieme ad Alexandria Ocasio-Cortez il Climate Equity Act, atto legislativo avente come obiettivo la creazione di un Ufficio per la responsabilità di giustizia ambientale e climatica alla Casa Bianca.

«Il razzismo sistemico e l’ingiustizia ambientale in questo Paese hanno fatto sì che centrali elettriche, inceneritori, fabbriche e altre strutture tossiche siano spesso costruite accanto alle comunità nere, lasciandole a sopportare il peso dell’inquinamento atmosferico e dell’esposizione tossica», si legge nell’atto.

Gli ambientalisti ringraziano e sperano in un futuro di richieste esaudite. Il presidente di Edf Action (Environmental Defense Action Fund), Joe Bonfiglio, ha sottolineato infatti l’impegno di Harris per il clima e la sua «lotta instancabile nella giustizia per un progresso ambientale duraturo». Un biglietto da visita, secondo gli ambientalisti, che dimostra ulteriormente l’impegno di Biden «sui temi del #climatechange», come ha scritto Bonfiglio anche su Twitter.

Iniziativa di Harris è anche il piano formale sul clima pubblicato nel settembre dello scorso anno, in cui si sarebbe impegnata in un importante investimento di 10 trilioni di dollari per combattere il cambiamento climatico, ponendosi l’obiettivo di raggiungere il 100% di emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2045.

Il valore del piano proposto da Kamala Harris, con un mix di finanziamenti pubblici e privati, è stato il secondo più alto di tutti i piani climatici proposti, superato solo da quello di Bernie Sanders (16,3 trilioni di dollari). E anche le tempistiche indicate per il raggiungimento dell’obiettivo emissioni zero – l’equilibrio tra emissioni e assorbimento di carbonio – sono state tra le più vicine alle indicazioni degli scienziati delle Nazioni Unite.

Trump comincia ad affilare i coltelli, definendo quella di Harris «la scelta del vicepresidente più radicale e di estrema sinistra della storia». Anche sul New Green Deal e sulle politiche ambientali si giocherà questa battaglia elettorale.

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