In Evidenza ENISiriaUSA
ATTUALITÀCnrCoronavirusGiovanni SebastianiIntervisteNumeri in chiaroSanità

Coronavirus, i numeri in chiaro. Il matematico Sebastiani: «Preoccupato per la crescita dei ricoveri»

05 Settembre 2020 - 21:06 Riccardo Liberatore
Per il ricercatore del Cnr la frequenza dei nuovi casi sta aumentando meno velocemente rispetto a prima, anche grazie al ritorno di molti italiani dalle vacanze

I nuovi casi di Coronavirus registrati in Italia sono calati (oggi sono +1695 i positivi, contro i +1.733 di ieri) ma al netto di una diminuzione nel numero di tamponi (rispettivamente +107.658 e +113.085), la frequenza è aumentata. Però, come spiega il matematico del Cnr Giovanni Sebastiani, non si tratta di una tendenza che dovrebbe preoccuparci troppo. Più preoccupante invece è la situazione delle terapie intensive e nel numero di ricoveri nel Paese.

Rispetto a ieri calano i nuovi casi, ma anche i tamponi. Cosa ci può dire del rapporto tra i due dati?

«Sì, i contagi sono diminuiti rispetto a ieri, ma la frequenza dei nuovi positivi è leggermente aumentata di circa 2-3%. A metà luglio avevamo un aumento di casi positivi che era 0,5%, mentre adesso siamo stiamo a 1,6%, il che vuol dire che su 100 persone, 1.6 sono positive. Però, in questa fase, il trend sta crescendo meno velocemente rispetto all’ultima settimana di agosto. Probabilmente è iniziata una nuova fase in cui è in atto una frenata nell’aumento dei nuovi positivi».

Perché?

«Probabilmente perché sono finite le vacanze. Il flusso di Ferragosto ha segnato il punto massimo. Credo inoltre che abbia influito anche la paura dei cittadini rispetto all’aumento dei casi. Probabilmente molti si stanno regolando di conseguenza. Anche la chiusura delle discoteche può aver inciso. La tendenza ci rassicura, però ripeto: è tutto da vedere. La grossa incognita è la riapertura delle scuole e ci potrebbe essere una nuova inversione di tendenza».

Aumentano i decessi. Anche in questo caso si può parlare di un nuovo trend?

«Nei primi 6 giorni di questa settimana abbiamo avuto una media di decessi che è stata di 9,5 al giorno. La settimana passata era 5,7, quella prima 5,9. Sulla base di questi dati c’è un aumento significativo nella media dei casi, ma aspetterei ancora alcuni giorni per vedere se questo risultato è confermato».

Diversa invece è la situazione delle terapie intensive e dei ricoveri. Perché la preoccupa di più?

«Seppure quantitativamente l’aumento sia contenuto – perché stiamo parlando di circa 800 casi in 3 settimane – la velocità con cui aumentano i ricoveri è sempre più elevata. Non è un andamento lineare. Per quanto riguarda le terapie intensive, nonostante si tratti anche in questo caso di un aumento contenuto, il salto che ha avuto luogo nelle ultime due settimane è circa 4-5 volte rispetto ai precedenti. Questo indubbiamente ci preoccupa».

Però siamo ancora lontani dalla soglia di criticità nelle terapie intensive.

«Il limite attuale è di circa 6.600, credo che per ottobre dovrebbe essere di 8.000 posti. Direi che siamo molto lontani. Alla luce di tutto questo però aumenterei la prevenzione, tramite il distanziamento fisico, l’utilizzo di mascherine e anche l’utilizzo dell’app Immuni. Credo che l’incognita maggiore sarà ad ottobre quando la scuola e l’attività lavorativa saranno a regime, con il conseguente aumento di traffico sul trasporto pubblico. Con l’inizio della cattiva stagione ci sarà una presenza contemporanea di altri virus e questo non farà che aumentare la probabilità del singolo contagio. Per esempio, se io starnutisco e tossisco di più e ho al tempo stesso il Covid, è più probabile che lo passi agli altri. Quindi bisognerà aspettare ottobre per capire se e come peggiorerà».

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti