Per la candidata leghista alla presidenza della Toscana la donna che ha aggredito Salvini avrebbe un passato criminale. Non risulta

Dopo l’evidente episodio violento nei confronti del leader leghista, la figura della ragazza di Pontassieve è stata protagonista di notizie infondate. Una è stata diffusa da Susanna Ceccardi

Secondo Susanna Ceccardi, candidata Presidente della regione Toscana per la Lega, la donna che aveva aggredito Matteo Salvini a Pontassieve (Firenze) avrebbe avuto un passato dedito alla criminalità dal quale non ne sarebbe uscita. Una dichiarazione, fatta in diretta a Mattino 5 il 10 settembre 2020, che non trova alcun fondamento e basata sulle dicerie senza fondamento diffuse il giorno stesso dell’aggressione attraverso social:

Condannata per spaccio, favoreggiamento dell’immigrazione illegale e sfruttamento della prostituzione. Assunta come mediatrice culturale nel comune di Pontassieve (dopo aver collaborato con la Kyenge). Solo in Italia può capitare…

La bufala diffusa anche da un leghista noto sui social, Nicola Costanzo.

Ecco la trascrizione dell’intervento televisivo di Susanna Ceccardi:

Un episodio sicuramente brutto che non rappresenta la nostra Toscana che invece è una Toscana piena di civiltà, di persone civili, di persone accoglienti, di persone laboriose e purtroppo quella signora che ha avuto un passato dedito alla criminalità. Sembrava che ne fosse uscita, adesso lavora per il Comune di Pontassieve, come mediatrice culturale assunta nel Comune di Pontassieve, però a quanto pare non si è redenta dalla sua violenza che ha dimostrato di avere in passato.

Ne avevo parlato in un precedente articolo. La donna, Auriane Fatuma Bindela, non risulterebbe operare come mediatrice culturale – come afferma in televisione anche Susanna Ceccardi – ma impegnata nel servizio civile nel progetto “La scuola, l’ambiente e la comunicazione istituzionale” del comune di Pontassieve.

Laureata nel 2016 alla triennale in Economia dello Sviluppo, conosciuta dagli abitanti del Comune fiorentino (dove aveva lavorato come cameriera in una piccola enoteca del centro storico), nessuno – nemmeno i politici locali – l’avevano identificata come una delinquente con precedenti penali così importanti, inoltre ogni volontario che voglia partecipare ai progetti del servizio civile nazionale non può riportare condanne anche non definitive, pena l’esclusione secondo l’articolo 3 del D.Lgs 77 del 2002:

Costituisce causa di esclusione dal servizio civile l’aver riportato condanna anche non definitiva alla pena della reclusione superiore ad un anno per delitto non colposo ovvero ad una pena anche di entità inferiore per un delitto contro la persona o concernente detenzione, uso, porto, trasporto, importazione o esportazione illecita di armi o materie esplodenti ovvero per delitti riguardanti l’appartenenza o il favoreggiamento a gruppi eversivi, terroristici, o di criminalità organizzata.

Un’ulteriore conferma arriva in seguito all’intervento della candidata presidente leghista. Infatti, la questura fiorentina ha dichiarato che non risultano precedenti penali a carico della donna congolese che aveva aggredito Matteo Salvini il 9 settembre scorso. Una fedina penale pulita che potrebbe essere sporcata dopo il recente fattaccio.

Ora però si apre un nuovo filone, quello della mania nera tribale. Bocchi Modrone, antropologo ed esperto di religioni sincretiche afro-americane, intervistato a Il Giornale avrebbe aperto questa lettura dell’aggressione:

Allora, premesso che a me sembra una persona fuori di testa, però in effetti c’ho pensato anche io e vedo comunque alcuni elementi che possono far pensare anche a un gesto di magia nera tribale. Innanzitutto vi è la rottura del rosario che sul piano “magico” può essere visto come un talismano di protezione, quindi un gesto che, osservato con la lente della magia nera può essere interpretato come un “io rompo la tua protezione e ti attacco con il mio Dio che è superiore”. Poi c’è un secondo aspetto che riguarda l’aggressione culturale e cioè il disprezzo nei confronti della fede (cristiana) di Salvini: per dirla in maniera semplice “io disprezzo il tuo Dio e il tuo credo”. Teniamo a mente che in Congo è ancora molto forte l’idea della religione tribale e non si tratta di un culto sincretico come nel caso ad esempio del Palo Mayombe a Cuba. C’è poi il tentativo di strappare un pezzo d’indumento a Salvini, indumento che può essere utilizzato come “testimone” (oggetto appartenuto alla persona che fa da tramite) per fare un rito di stregoneria, una fattura. Ammesso poi che questa persona conosca le pratiche rituali o conosca qualcuno che le sa fare. Li è tutto da vedere. In ogni caso può trattarsi del tentativo di impossessarsi di un oggetto da utilizzare come “feticcio” per danneggiare la vittima.

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