Cosa sta cambiando sul tema migranti tra i decreti sicurezza in bilico e il nuovo piano dell’Ue

di Riccardo Liberatore

In Italia l’esecutivo starebbe lavorando per ridurre il lasso di tempo necessario per ottenere la cittadinanza. Da Bruxelles invece arrivano indicazioni che poco si conciliano con i decreti sicurezza

La Commissione von der Leyen ha presentato la proposta per un nuovo patto sui migranti che servirebbe ad alleggerire il peso sui Paesi di primo ingresso. Accanto a questo, che è uno dei punti principali del piano, stanno emergendo nuovi dettagli che riguardano invece il salvataggio in mare dei migranti da parte delle Ong. La posizione della Commissione in merito appare inequivocabile. In un documento del nuovo patto che riguarda gli ingressi non autorizzati, si legge: «Le Ong che conducono attività di ricerca e salvataggio dei migranti in mare non devono essere criminalizzate perché conducono un’attività obbligatoria sulla base di quanto previsto dalla legge internazionale».


Il Patto sulle Ong e i decreti sicurezza

Von der Leyen aveva già dichiarato che il salvataggio in mare sarebbe restato obbligatorio sempre e comunque. Il documento contiene nuove aggiunte volte anche a proteggere le Ong che conducono attività di salvataggio. Si legge infatti che «l’assistenza umanitaria prevista per legge non può e non deve essere criminalizzata». Inoltre: «la criminalizzazione delle Ong o di qualsiasi attore non statale che compie operazioni di ricerca e salvataggio in mare, in adempimento delle leggi, equivale alla violazione della legge internazionale e perciò non è permesso dalle norme Ue».


Le Ong non si toccano dunque. Difficile pensare che i decreti sicurezza possano risultare conciliabili con le indicazioni dell’Unione europea. Attualmente sembra che il Governo sia pronto a ridiscuterli ma contengono ancora misure stringenti nei confronti delle Ong, tra multe e confische delle imbarcazioni. Secondo le ultime indiscrezioni che arrivano da Palazzo Chigi, sul tavolo del Consiglio dei ministri, ci sarebbe poi una riduzione consistente del tempo richiesto per ottenere la cittadinanza italiana, che passerebbe così da 48 a 36 mesi.

Nel frattempo si riscalda il fronte del No al nuovo piano migranti promosso dall’Ue. Ad esempio il premier sloveno, Janez Jansa, su Twitter si scaglia contro «chiunque immagina, a casa o nell’Unione europea, di poter costringere altri ad accettare migranti illegali». La questione dei migranti infatti continua a rimanere all’ordine del giorno. Giorgia Meloni ha definito un «ennesimo schiaffo all’Italia e agli italiani» la decisione di permettere alla nave Ong Alan Kurdi, che viaggia con a bordo 125 migranti, di dirigersi verso Olbia, in Sardegna. Il Viminale infatti ha dato l’ok dopo il rifiuto della Francia, specificando però che in Italia resteranno solo 25 delle persone a bordo. Gli altri saranno ridistribuiti in altri paesi Ue.

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