«Il titolo dell’ultima enciclica del Papa è sessista», l’accusa di We are Church: «Così esclude le donne»

di Giada Giorgi

Per l’organizzazione dei cattolici progressisti il nome scelto dal Pontefice «mina il suo importante messaggio»

Il titolo della nuova enciclica di Papa Francesco fomenta le polemiche anti sessismo. Un dissenso che arriva dai cattolici di Noi siamo Chiesa, in aperto contrasto con il nome scelto da Bergoglio per il suo nuovo documento, “Fratelli tutti”. «Un titolo che esclude le donne» hanno detto, «anzi un vero e proprio titolo sessista», che secondo la visione del movimento progressista andrebbe cambiato con l’inclusione della parola “sorelle”.


Il prossimo 3 ottobre il Pontefice si recherà ad Assisi per firmare l’enciclica “Fratelli tutti”, una riflessione sugli obblighi sociali, politici ed economici che derivano dalla convinzione di essere figli di uno stesso Padre. Ma il presidente di We are Church International, Colm Holmes, dissente dalla scelta del Papa di sottolineare, nel titolo, solo il rapporto di fratellanza tra gli esseri umani e non quello di sorellanza.


«Questa è un’importante enciclica sulla giustizia sociale per il nostro mondo post-Covid» ha detto Holmes, «eppure, tristemente, Papa Francesco sta minando il suo importante messaggio scegliendo il titolo sessista ‘Fratelli tutti’», ha continuato.

Un passo indietro secondo il presidente del movimento progressista cattolico che Bergoglio avrebbe fatto rispetto al giorno della sua elezione, 7 anni fa. «Le sue prime parole alla folla immensa davanti a San Pietro furono: ‘Fratelli e sorelle! Buona sera!’» ricorda Holmes, sottolineando come quel saluto fosse stato accolto con l’entusiasmo delle donne presenti.

«Allora perché ora torna a un “Fratelli tutti” molto antiquato che nel 2020 sicuramente non include “sorelle”?» si è chiesto. A volere la modifica del titolo anche il Consiglio delle donne cattoliche (CWC), la rete internazionale di associazioni fondata a Stoccarda nel novembre 2019.  

Foto in copertina: Ansa

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