La nuova enciclica di Papa Francesco: «Nel populismo si nasconde il disprezzo per i più deboli»

di Cristin Cappelletti

Il pontefice ha firmato ieri ad Assisi la sua terza enciclica, «Fratelli Tutti», in cui critica anche la fede che lascia spazio a nazionalismo e xenofobia

Fuori dal Vaticano Il pontefice ha firmato ieri ad Assisi la sua terza enciclica: Fratelli Tutti. Un messaggio di fratellanza che trae ispirazioni dagli scritti di San Francesco. Nel suo libro, scritto in lingua spagnola, Papa Francesco passa dalla pandemia alla guerra soffermandosi su un’analisi della società odierna. Nel quinto capitolo il Pontefice critica la politica quando «degenera in insano populismo quando si muta nell’abilità di qualcuno di attrarre consenso allo scopo di strumentalizzare politicamente la cultura del popolo, sotto qualunque segno ideologico, al servizio del proprio progetto personale e della propria permanenza al potere».


Un populismo che per Papa Francesco fa leva sugli egoismo della popolazione: «Ciò si aggrava – aggiunge – quando diventa, in forme grossolane o sottili, un assoggettamento delle istituzioni e della legalità». Secondo papa Bergoglio il populismo si manifesta nel disprezzo per i più deboli e si riscontra la difficoltà «a pensare un mondo aperto dove ci sia posto per tutti, che comprenda in sé i più deboli e rispetti le diverse culture».


Compito della politica, inoltre, è trovare una soluzione a tutto ciò che attenta contro i diritti umani fondamentali, come «l’esclusione sociale; il traffico di organi, tessuti, armi e droga; lo sfruttamento sessuale; il lavoro schiavo; il terrorismo ed il crimine organizzato. Forte l’appello del Papa ad eliminare definitivamente la tratta, “vergogna per l’umanità”, e la fame, in quanto essa è “criminale” perché l’alimentazione è “un diritto inalienabile».

Dal populismo il Pontefice passa al nazionalismo chiuso e violento dove le persone si sentono incoraggiate o autorizzate dalla loro fede ad avere atteggiamenti «xenofobi, disprezzo e persino maltrattamenti verso coloro che sono diversi». In questo capitolo del Buon Samaritano Bergoglio invita la fede «a mantenere vivo un senso critico davanti a queste tendenze e aiutare a reagire rapidamente quando cominciano a insinuarsi».

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