Mini-lockdown, militari in strada e obbligo di mascherina: cosa ci aspetta con il prossimo Dpcm

di Giada Ferraglioni

Alcune Regioni si sono già portate avanti, ma ora il governo deciderà su scala nazionale quali passi andranno fatti

Mini-lockdown, pattugliamenti contro gli assembramenti, militari per i controlli, obbligo delle mascherine, orari ridotti per alcune attività. Sono queste le misure in studio dal governo in questi giorni, provvedimenti da racchiudere nel Dpcm del 7 ottobre mirato contenere l’ondata di contagi da Coronavirus in Italia.


Uno scenario in stile Fase 1 che torna a farsi strada dopo i picchi degli ultimi tempi (+2.844 nuovi casi solo ieri, un numero che non si verificava dal 24 aprile), e che nei giorni scorsi ha spinto il premier Giuseppe Conte a prorogare lo stato d’emergenza fino a fine anno. Di fatto, in alcuni territori le restrizioni sono già entrate in vigore – come nel Lazio, in Puglia e nelle Marche.


Conte potrebbe discutere dei dettagli già stasera, 4 ottobre, in una riunione con i capi delegazione dei partiti di maggioranza. Il Cdm decisivo sarà quello di domani, lunedì 5 ottobre, ma intanto le intenzioni sembrano essere chiare. E, come ha dichiarato il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, se si dovessero riempire nuovamente gli ospedali «potrebbero tornare le limitazioni alla libertà personale» in alcune zone d’Italia.

Da questo punto di vista, anche se le cifre dei contagi sono simili a quelle dei mesi centrali dell’emergenza, il quadro geografico è però diverso: in testa alla classifica delle regioni più colpite nelle ultime ore c’è la Campania (+401), seguita da Lombardia (+393), Piemonte (+279), Veneto (+276) e Lazio (+ 261). Una fotografia che preoccupa anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Non posso tacere la preoccupazione per l’aumento del ritmo del contagio della pandemia – ha commentato – e per vittime che giorno per giorno continuiamo a registrare».

Obbligo di mascherina

Già scattato nel Lazio e in Puglia, l’obbligo di mascherina all’aperto 24 ore su 24 torna a gamba tesa nei Dpcm nazionali. Boccia si è detto «molto favorevole» a un ritorno della disposizione in vigore fino ai primi giorni dell’estate in molte Regioni. Un obbligo che andrà fatto rispettare con severità: come espressamente richiesto dal Viminale, ci saranno più controlli nelle strade di tutta Italia.

Già a Roma i controlli sono ormai a tappeto, soprattutto nei luoghi della movida, già poche ore dopo l’ordinanza regionale. Il capo di gabinetto del ministero dell’Interno, Bruno Frattasi, ha indirizzato una circolare ai prefetti di tutti i territori nazionali, con lo scopo di adottare tutte le iniziative di propria competenza per limitare il rischio del contagio. Incentivato l’«impegno delle Forze di polizia nell’assicurare il rispetto delle disposizioni anti-Covid», consentendo l’opzione di «controlli mirati in relazione ai luoghi urbani e alle fasce orarie di maggiore affollamento».

Militari nelle strade

Accanto alle forze dell’ordine scenderanno anche i militari. Lo ha già deciso il Ministero dell’Interno nella stessa circolare:« le attività di controllo potranno essere modulate con l’eventuale ausilio del personale militare appartenente al dispositivo Strade Sicure». In questo contesto, un piano ad hoc potrebbe essere valutato per la Campania, una delle regioni con la più alta densità abitativa e ora con il più alto numero di contagi giornalieri. A chiederlo al Viminale e al capo della Polizia è lo stesso presidente Vincenzo De Luca, che ha intenzione di disporre nei prossimi giorni un significativo aumento dei pattugliamenti, dei controlli mirati e delle sanzioni.

Mini-lockdown: nuove restrizioni per i locali

Si lavora anche all’ipotesi di misure mirate e localizzate. Se l’Rt dovesse salire, una delle misure che il prossimo Dpcm potrebbe suggerire per alcuni luoghi o territori sarà quella del limite orario dei locali, in particolare di ristoranti e pub. L’intento è sempre lo stesso, e cioè quello di limitare il rischio di assembramento nei luoghi e nelle fasce orarie a più alta frequentazione.

L’opzione di inserire o inasprire la misura potrebbe essere demandata alle Regioni, come di fatto sta già accadendo. Alcuni ‘mini lockdown‘ – come bar chiusi dalle ore 18 alle ore 6:00 del giorno successivo e la sospensione delle attività di barbieri e parrucchieri in alcune aree- sono già stati disposti in diversi territori. Gli ultimi riguardano un’ordinanza della Basilicata nel Ponentino, indirizzata ai comuni di Tramutola e Marsicovetere, e avrà valenza fino al 13 ottobre.

Stretta sugli eventi sportivi e culturali

La nuova stretta sugli assembramenti si ripercuote anche sugli eventi sportivi: ci sarà il limite di 200 persone negli spazi chiusi – come palazzetti, cinema e teatri – e la conferma del tetto massimo di mille persone per gli eventi all’aperto – come negli stadi. Un passo indietro, dunque, verrà chiesto alla Regioni che puntavano ad aumentare la capienza.

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