Crisanti: «Le multe per le mascherine non servono a niente. Meglio regole più rigide per chi entra nelle scuole»

di Giovanni Ruggiero

Secondo il direttore di Microbiologia di Padova, le multe previste dal governo nel nuovo Dpcm non saranno mai davvero utili per limitare i contagi. Gli interventi andrebbero fatto nelle scuole, dove il rischio di infezione resta alto

Se proprio devono esserci regole più restrittive, secondo Andrea Crisanti il governo dovrebbe intervenire sulle scuole per limitare la crescita di contagi di Coronavirus. A Skytg24 il direttore di Microbiologia di Padova commenta le anticipazioni sul prossimo Dpcm, che prevedono tra le altre cose di rendere obbligatorio l’uso delle mascherine all’aperto. Una misura che prevede anche multe salate, da 400 fino a 3 mila euro. Una mossa che rischia di restare solo un’intenzione di difficile applicazione, dice Crisanti.


«L’obbligo di mascherina all’aperto non risolve il problema» ribadisce il genetista che resta scettico su come si possa davvero controllare quel che accade nelle feste private o fuori dalle scuole: «Come si può pensare di fare le multe a migliaia di ragazzini che si assembrano fuori dalle scuole?» si chiede Crisanti. Che le mascherine siano utili per contenere i contagi è fuori discussione: «Sicuramente protegge e io la uso sempre, ma se attraversi la strada da solo e intorno a te non c’è nessuno, diventa difficilmente comprensibile».


Il suggerimento di Crisanti al governo è di intervenire su quel che accade nelle scuole, visto che secondo lui l’aumento dei casi nelle ultime settimane non può che essere collegato al ritorno in classe in presenza di docenti e studenti. Secondo Crisanti andrebbe reso più rigido l’ingresso a scuola per i «potenziali positivi», per esempio per i docenti che arrivano da zone particolarmente colpite dai contagi. E ridurre la soglia della temperatura, ad oggi fissata a 37,5°C, continuando a monitorare con più tamponi, come ha sempre chiesto.

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