Fontana: «Escludiamo il lockdown in Lombardia: nuove misure per contenere i casi. Preoccupano i comportamenti scorretti»

di Fabio Giuffrida

L’idea è quella di «prevedere una differenziazione degli orari di ingresso e di inizio delle singole lezioni per fare in modo che non ci siano dei picchi»

I casi nell’ultimo bollettino giornalieri di Coronavirus in Lombardia tornano a preoccupare il governo regionale. Il presidente Attilio Fontana, ospite di Buongiorno su SkyTg24, annuncia che nelle prossime ore si deciderà «se prendere qualche misura o se, invece, basterà essere rigorosamente rispettosi di quanto disposto». È bene, però, ricordare che in Lombardia negli ultimi giorni «si sono fatti molti più tamponi, la percentuale tra i tamponi e gli infettati è più o meno sempre la stessa dei giorni precedenti, ma è sicuramente comunque in crescita».


Nuovi orari per la scuola

Intanto il governatore lombardo ha annunciato di aver parlato con la ministra Lucia Azzolina della didattica a distanza. Lei, però, sembra essere «contraria» mentre è disponibile a «prevedere una differenziazione degli orari di ingresso e di inizio delle singole lezioni per fare in modo che non ci siano dei picchi». «Non abbiamo chiesto formalmente la didattica a distanza – ha aggiunto – l’avevamo chiesta come Regioni. Però ora siamo più interessati ad ascoltare questo discorso sulla differenziazione degli orari».


Lockdown da evitare

Al momento nessun lockdown: l’obiettivo è quello di evitare gli assembramenti, di indossare sempre la mascherina anche all’aperto e di lavare spesso le mani. «Faremo di tutto per evitare un lockdown regionale». E su Milano, che registra un numero di casi record, «bisogna porre una particolare attenzione»: «Purtroppo si confermano le preoccupazioni che derivano da comportamenti scorretti, il fatto che il 65% dei nuovi contagiati ha un’età che va dai 19 ai 49 anni dimostra che è un’età giovane che si è un po’ lasciata prendere la mano in queste ultime settimane e che quindi adesso ci fa un po’ preoccupare». Intanto l’ospedale in Fiera sarebbe operativo, in caso di necessità: «Non è mai stato chiuso, è lì pronto. Spero di non doverlo rimettere in funzione e che rimanga una garanzia di cui non avremo bisogno».

Foto in copertina: ANSA/MOURAD BALTI TOUATI

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