Coronavirus, da Verona l’allarme di un primario: «Peggio che a marzo. ‘Chiamata alle armi’ per il personale»

di Redazione

La testimonianza di Claudio Micheletto, direttore dell’unità di penumologia dell’Azienda ospedaliera di Verona: «Non mi ricordo chi ha detto che il virus era clinicamente morto. Dopo 24 ore consecutive di lavoro forse perdo la memoria»

Che gli ospedali stiano cominciando a essere sotto stress, mentre torna ad aumentare vertiginosamente il numero di ricoveri per Covid-19, ormai comincia a essere un dato di fatto in tutta Italia. Così come cominciano a esserci le prime testimonianze delle difficoltà di queste ore. «Ieri abbiamo riaperto. Siamo rientrati nel padiglione 13, un piccolo Ospedale dedicato solo al Covid-19. Termino una notte allucinante, continui ricoveri, mi sembra di rivedere un film già visto», racconta in un post su Facebook il direttore del reparto di pneumologia dell’Azienda ospedaliera di Verona, Claudio Micheletto.



«Temo che questa notte si sia innescata una pesante recrudescenza: pronti soccorso strapieni, tante persone con sintomi. Non mi ricordo chi ha detto che il virus era clinicamente morto. Dopo 24 ore consecutive di lavoro forse perdo la memoria». Secondo quanto ricostruisce anche il sito de L’Arena di Verona, l’ultimo post del primario risaliva al 2 giugno scorso, quando la fase acuta della prima ondata sembrava finalmente passata. «Dopo ottanta giorni abbiamo chiuso un reparto Covid, stiamo tentando di tornare a vita normale. Ci portiamo dentro tante storie, tanta fatica, ma anche tante soddisfazioni», scriveva solo quattro mesi fa.

Il problema principale di questa seconda ondata, racconta all’Ansa, è il personale. «Stiamo facendo una ‘chiamata alle armi’, dobbiamo richiamare medici e infermieri. Qui è peggio che a marzo», conferma Micheletto. «Dobbiamo allargare la disponibilità di posti. Quando parlo di marzo, non dico certo nei numeri, allora avevamo 180 pazienti e 60 terapie intensive in totale in azienda. Però il flusso è continuo: adesso a Borgo Trento abbiamo 22 ricoverati in malattie infettive, pieno, e 6 in rianimazione, pieno. Da noi in pneumologia a Borgo Trento, ci sono 20 letti occupati, e dobbiamo allargare. Ne aggiungiamo altri 6, ma il problema non sono i posti, serve il personale».

In copertina ANSA/POLICLINICO DI SAN ORSOLA | Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna

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