Conte in Senato: «Limitare gli spostamenti ma evitiamo lockdown e chiusura delle scuole. Misure mirate per bar e ristoranti»

di Redazione

«Bisogna essere pronti a intervenire per modulare in modo più restrittivo se aumenta il contagio», dice il premier a palazzo Madama. E plaude alle iniziative di Lombardia e Campania

Mentre si susseguono voci – smentite – sull’arrivo dell’ennesimo Dpcm per il contenimento del contagio da Coronavirus, il premier Giuseppe Conte riferisce in Senato sull’ultimo decreto entrato in vigore tra il 18 e il 19 ottobre con alcune – ritenute timide, alla luce dei numeri – nuove restrizioni. «L’evolversi dell’epidemia ha reso necessario un nuovo Dpcm con misure restrittive. In ragione dell’urgenza non è stato possibile informare il Parlamento», esordisce il premier a palazzo Madama.


«Voglio sottolineare che nei mesi successivi alla fase più acuta della pandemia non abbiamo mai abbassato la guardia», dice Conte nel corso del suo intervento. «L’Italia è stata la nazione che per prima con coraggio e determinazione ha deciso di chiudere e il paese più prudente anche nelle riaperture. Nonostante i tanti passi in avanti fatti non potevamo e non dovevamo considerarci in un porto sicuro, mentre il contagio nel mondo si moltiplicava».


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La seconda ondata

Ora per Conte, per combattere la seconda ondata, la strategia deve cambiare rispetto a quanto portato avanti a marzo. «Allora non avevamo strumenti diagnostici, oggi siamo più pronti grazie al lavoro e al sacrificio di tutti. Ringrazio in particolare le donne e gli uomini della protezione civile e il commissario Arcuri», dice il premier. E fa appello come di consueto alla responsabilità di tutti e tutte: «Bisogna sforzarci tutti a limitare il contagio, limitare gli spostamenti non necessari: se faremo questi sacrifici eviteremo interventi più gravosi. Sono fiducioso che avremo la serenità e impegno necessaria per superare» questo momento.

Le scelte

La gestione della prima ondata e quanto deciso nei mesi scorsi consente «al momento, di evitare chiusure generalizzate e diffuse su tutto il territorio nazionale, di pervenire all’arresto dell’attività produttiva e lavorativa, alla chiusura delle scuole e degli uffici pubblici», ragiona il presidente del Consiglio. «Siamo consapevoli che ai cittadini chiediamo sacrifici. Ancora una volta siamo costretti a compiere una sofferta operazione», prosegue Conte. «I principi che muovono oggi il governo sono sempre gli stessi, quelli che ci hanno permesso di superare la situazione nel passato: massima precauzione, adeguatezza e proporzionalità».

Le decisioni delle Regioni

Al livello regionale «bisogna essere pronti a intervenire per modulare in modo più restrittivo se aumenta il contagio. La Regione può stabilire norme d’intesa con il ministro della Salute. Fondamentale il massimo coordinamento tra i diversi livelli di governo», dice Conte. E fa riferimento alle decisioni delle ultime ore di Campania e Lombardia, che hanno appunto optato per misure più restrittive. «Si è concluso l’iter della Lombardia ed è in corso quello della Campania e non possiamo escludere ulteriori aggiornamenti», dice il premier.

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