Il 70% della Sicilia rischia la desertificazione. E la causa non è solo la siccità

di Giada Giorgi

Lo studio dell’Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche conferma il dato diffuso anche dal Cnr: 16 milioni i metri cubi di acqua persi in un anno, bacini siciliani sempre meno efficienti

Arriva dall’Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche la conferma di un dato che preoccupa non poco la Sicilia. Più della metà della regione è a grave rischio desertificazione con una percentuale registrata pari al 70%. Un numero diffuso lo scorso giugno dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) che ora trova conferma nel nuovo studio dell’Osservatorio Risorse Idriche.


«Ad accentuare il pericolo non sono solo i quantitativi pluviometrici, ma l’andamento delle piogge con forti differenziazioni territoriali». Questo è quello che si legge nel rapporto dell’Osservatorio che elenca le cause principali del rischio desertificazione nell’isola italiana. Oltre alla scarsa quantità di acqua piovana caduta, il problema centrale starebbe nella mancata raccolta e nello spreco delle risorse idriche stesse.


La situazione è chiaramente decifrata dai dati diffusi da Anbi: l’andamento pluviale della regione nel mese di maggio ha rispettato una media di circa 9,88 millimetri di pioggia che equivalgono a circa 10 litri di acqua caduta per metro quadrato di superficie. Una caduta che, pur variando di zona in zona, ha provocato una difficoltà nel garantire la capacità di raccolta.

«In Sicilia – spiega il presidente di Anbi Francesco Vincenzi – la rete di distribuzione irrigua è insufficiente e la capacità degli invasi è fortemente condizionata dagli interramenti, contro i quali è necessaria una vera e propria campagna di escavi».  L’importanza dei bacini idrici è dunque fondamentale per garantirsi una disponibilità di acqua nei momenti di maggiore difficoltà, ma non solo. Secondo il report ad aggravare la situazione ci sarebbe anche «un attuale stagione particolarmente siccitosa» con un forte deficit di riempimento dei bacini idrici. Nell’ultimo anno sono stati persi 16 milioni di metri cubi d’acqua.

Il progressivo indebolimento delle infrastrutture riguardanti i servizi idrici insieme alla diminuzione naturali di acqua piovana, dovuta ai continui cambiamenti climatici, potrebbe trasformare in un deserto il 70% della regione. A chiedere aiuto è il direttore generale dell’Anbi, Massimo Gargano: «Anche in Sicilia, come nel resto d’Italia, mettiamo a disposizione delle autorità competenti l’esperienza e le capacità tecniche presenti nei Consorzi di bonifica ed irrigazione» ha detto, ribadendo però la necessità di «una loro ristrutturazione secondo principi di efficienza e sostenibilità economica».

Gargano conclude con l’invito ad interpretare il ruolo della politica in un modo davvero fruttuoso per il potenziamento delle risorse dell’isola: «Da troppi anni, infatti, una mal interpretata funzione della politica ne condiziona l’operatività a servizio del territorio».

Foto in copertina: Profilo Facebook di HRYO (Human Rights Youth Organization)

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