Orban rivendica il veto sul Recovery Fund: «L’Ue ricatta chi si oppone ai migranti». E si aggiunge la Slovenia

Insieme al Polacco Mateusz Morawiecki, Orban ha dimostrato di poter bloccare il progetto per il rilancio dell’Unione europea dopo la pandemia

Il primo ministro dell’Ungheria Viktor Orban ha pubblicato una serie di dichiarazioni per spiegare la sua scelta di mettere il veto sul progetto del Recovery Fund per rilanciare l’economia dell’Unione europea con la crisi per la pandemia di Coronavirus. Secondo il piano in discussione la cessione dei finanziamenti a un Paese è legata al mantenimento nello stesso dello stato di diritto. Un vincolo che Orban non sembra intenzionato a rispettare, sostenendo che l’obiettivo sia minare le politiche sulla migrazione dei singoli Stati.


«L’Ue – ha dichiarato Orban – vuole ricattare chi si oppone all’immigrazione. Se il piano verrà approvato, l’Ue potrà utilizzare degli strumenti finanziari per ricattare i Paesi che si oppongono ai migranti. Solo a chi li lascia entrare viene riconosciuto lo stato di diritto».


Orban, oltretutto, si sta avvicinando alle nuove elezioni, previste per il 2022. La sua paura quindi è che il blocco di questi fondi all’Ungheria possa costituire anche un ostacolo per la prossima campagna elettorale. Il sedicente «democratico illiberale» però può contare anche su altri alleati. Oltre al leader polacco Mateusz Morawiecki, anche il primo ministro della Slovenia Janez Jansa è sulla stessa linea di Orban: «Solo un organo giudiziario indipendente può dire cos’è lo Stato di diritto, non una maggioranza politica».

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