Verifica di governo, Crimi (M5s): «Rimpasto surreale». Zingaretti (Pd): «L’azione dell’esecutivo deve andare avanti»

Domani l’incontro con i renziani. Negli ultimi giorni Italia Viva ha dato battaglia sul Recovery Fund

Il rimpasto? Un tema «surreale». «Abbiamo discusso con il presidente del Consiglio del tema del rimpasto, che riteniamo surreale, ribadendo che dal nostro punto di vista non c’è disponibilità ad alcun rimpasto». Sono queste le parole del capo politico del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi, uscendo da palazzo Chigi al termine della riunione, durata tre ore con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Una posizione rilanciata dall’ex capo politico Luigi Di Maio su Facebook. «Parlare di poltrone davanti a una crisi come quella che stiamo vivendo è surreale», dice il ministro degli Esteri. «Siamo la prima forza politica in Parlamento e il messaggio che abbiamo portato è stato uno: il Governo deve lavorare per gli italiani, punto. Questa pandemia ci sta mettendo davanti a una dura sfida e dobbiamo rimboccarci le maniche per superare tutte le difficoltà. Bisogna sostenere le imprese, dare loro strumenti e risorse per creare nuovi posti di lavoro. Su questo dobbiamo confrontarci e trovare soluzioni. Il resto non ci interessa». E la chiusura: «Se ci sono divergenze di vedute se ne discute, ma stop polemiche. Adesso serve uno sprint decisivo per il Paese».


La verifica di governo ha preso dunque il via oggi 14 dicembre. La prima delegazione entrata a Palazzo Chigi dal premier è stata quella del Movimento 5 stelle, alle 16.30. Presenti il capo politico Vito Crimi, il capo delegazione Alfonso Bonafede, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, quello dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli e i capigruppo alla Camera e al Senato Davide Crippa e Ettore Licheri. «Credo che i momenti di confronto tra le forze politiche sono necessari e dovrebbero essere più frequenti», ha detto Patuanelli. «Nelle prossime ore deve nascere un progetto per i prossimi due anni e mezzo di legislatura. Credo che in questo momento parlare di crisi o di rimpasto si tratta di utilizzare termini ormai superati».


Il Pd

Noi crediamo che l’azione di questo governo debba andare avanti, con una grande sintonia con i problemi italiani», dice il segretario del Pd Nicola Zingaretti al termine del vertice con il premier.

«Verifica utile» ma niente rimpasto, dice Andrea Marcucci, capogruppo del Pd in Senato, arrivando a Palazzo Chigi subito dopo per l’incontro della delegazione dem con il premier. «Mi sembra un passaggio importante e utile, la maggioranza non può permettersi di sbagliare». In serata è la volta del Partito democratico che, assicura il segretario Nicola Zingaretti, non ha intenzione di imbarcarsi in una crisi in un momento così critico per il Paese. La conclusione di questa esperienza di governo, ha avvertito il segretario dem, sarebbe «un’avventura pericolosa». Graziano Delrio, il capogruppo dem, ha però chiarito: «Dobbiamo uscire dallo stallo. Non andiamo a fare chiacchiere con il presidente Conte».

Sul tavolo il Recovery Plan

In vista dell’incontro a Palazzo Chigi, s’è tenuto un vertice online tra i ministri degli Affari Ue e dell’Economia, Enzo Amendola e Roberto Gualtieri, parlamentari, sindaci, segretari regionali. Sul tavolo, le questioni cruciali per la ripartenza del Paese e quel Recovery Fund che sta mettendo a dura prova la tenuta del governo. Domani, 15 dicembre, toccherà poi a Italia Viva. L’appuntamento è per le 13. Negli ultimi giorni, il partito di Matteo Renzi ha dato battaglia sul Recovery Fund, chiedendo un maggiore coinvolgimento del Parlamento e meno poteri alla task force di esperti istituita da Conte e incaricata di vigilare sull’utilizzo dei fondi europei. Insomma, i renziani pretendono un dietrofront deciso da parte del premier sul Next generation Eu, nell’ambito di un braccio di ferro da cui – sostiene l’ex presidente del Consiglio – Italia Viva non vuole portare a casa ministeri.

La minaccia renziana

«Chi pensa sia solo un tema di poltrone è in malafede», ha chiarito nuovamente questa mattina sulle pagine de la Repubblica la ministra Elena Bonetti. «Se le norme sulla governance del Recovery e sulla Fondazione per la cybersecurity verranno inserite in legge di Bilancio con un emendamento – ha aggiunto – Italia Viva non voterà il Bilancio». In assenza di una retromarcia sul Recovery Plan, ha minacciato Renzi, Italia Viva toglierà il suo sostegno all’esecutivo. A questo proposito, Conte ha chiarito: «Vado avanti solo se c’è la fiducia di tutti». La tornata di incontri si chiuderà domani alle 19 con Liberi e Uguali.

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