Antonelli (Cts): «La curva non è scesa come speravamo». E sulla variante inglese ammette: «C’è apprensione»

di Maria Pia Mazza

Il primario del reparto di Rianimazione del Policlinico Gemelli: «Gli ultimi dati non sono sufficienti per essere ottimisti. Altro che shopping, la gente stia a casa»

«Apprensione» per la variante inglese del virus isolata nel Regno Unito, «preoccupazione» per la tenuta degli ospedali, un indice Rt che non scende come previsto e sperato in molte Regioni. Sono questi i principali elementi di criticità nel contrasto alla diffusione del Coronavirus secondo il professor Massimo Antonelli, direttore del reparto di Rianimazione del Policlinico Gemelli di Roma e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts). Già, perché sebbene i numeri sugli ingressi ospedalieri (sia in terapia intensiva, sia in reparto con sintomatologia) siano pressoché sempre in calo da alcune settimane a questa parte e l’inizio della campagna vaccinale anti-Covid sia alle porte, il momento che attraversa il Paese non permette di abbassare la guardia.


L’allarme sull’indice Rt

«I giorni di festa – osserva il professor Antonelli in un’intervista al Corriere della Sera – sono momenti di aggregazione» e il rischio concreto è che a gennaio, passate le festività, ci si ritrovi a dover fronteggiare contemporaneamente sia la terza ondata Covid, sia il picco dell’epidemia influenzale. Questo potrebbe rappresentare un elemento fortemente «critico», capace di mettere in difficoltà «la ripresa delle attività produttive e l’attività scolastica», nonché di aumentare la pressione negli ospedali. 


Se da un lato «la pressione sui reparti si è attenuata in questi ultimi giorni, grazie agli interventi previsti nei Dpcm di ottobre e novembre, e la curva dell’epidemia ha smesso di crescere e si è lievemente abbassata», ciò non basta. Anche perché «la curva non è scesa come speravamo – spiega il professor Antonelli – e la minore pressione sul servizio sanitario non è sufficiente per essere più ottimisti». Se in più, «l’indice Rt resta superiore all’unità, come in Veneto, Campania, Lazio e Lombardia», la strada sembra essere tutt’altro che in discesa. 

«L’efficacia dei vaccini non dovrebbe essere compromessa»

A ciò, prosegue il primario del Gemelli, si aggiunge la nuova variante britannica del Coronavirus: «Se è vero che determina una maggiore diffusione la conseguenza sarà all’inizio un aumento di contagi, poi di ricoveri in terapia intensiva e infine di morti. Ci sarebbe un ulteriore pressione sugli ospedali». Ma uno spiraglio di ottimismo sul lungo periodo c’è: «A giudicare dai dati disponibili, l’efficacia di questi vaccini non dovrebbe essere compromessa, ma ci vorranno mesi prima di avere una percentuale di popolazione immune e quindi poterci ritenere al sicuro». 

Malgrado siano passati oltre nove mesi dall’inizio dell’emergenza Coronavirus in Italia, conclude Antonelli, in troppe persone continua a ravvisarsi una mancanza di consapevolezza che rischia di mettere in pericolo tanto loro – con comportamenti individuali scorretti – quanto la collettività. «Mi sorprendo – dice con una nota amara il professor Antonelli – che la gente non abbia ancora capito che la situazione è grave e che anziché affollare le vie dello shopping dovrebbe restare a casa». 

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