Vaccini, Lopalco: «Più dosi al nord perché ha più personale sanitario»

di Redazione

Siamo ancora nella fase 1, quindi il numero di vaccini dipende dalla quantità di personale sanitario presente in Regione, spiega l’assessore alla Salute della Puglia

«Ci sono Regioni del nord, come la Lombardia e l’Emilia-Romagna, che in rapporto alla popolazione hanno avuto un maggior numero di vaccini Covid, per il semplice fatto che hanno il doppio degli operatori sanitari che abbiamo noi». A spiegare i numeri del vaccino e la sua distribuzione è l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, oggi assessore alla sanità in Puglia. Lopalco ha dato questa spiegazione in Consiglio regionale, nel corso della discussione del Bilancio di previsione 2021, replicando ad alcuni interventi dei consiglieri di opposizione sulla vaccinazione anti-Coronavirus.


La vaccinazione, come noto, è nella «fase 1», e quindi «comprende soltanto operatori sanitari e residenti delle Rsa». Lopalco racconta che il commissario straordinario all’emergenza Covid, Domenico Arcuri, «ci ha chiesto il numero di operatori sanitari e di residenti nelle Rsa. Noi abbiamo dato questo numero, che era circa 105 mila. La distribuzione è stata fatta in base ad un’adesione teorica del 90% di questo numero e sono state allocate alla Regione Puglia 94 mila dosi di vaccino Covid per la fase 1», dice l’assessore.


Il criterio non è quindi quello del numeri dei residenti in una regione, ma del numero di appartenenti alla categoria sanitaria. «Ecco perché ci sono Regioni del nord, come la Lombardia e l’Emilia-Romagna, che in rapporto alla popolazione hanno avuto un maggior numero di vaccini». Per Lopalco la Puglia deve «aspettare fase 2 e fase 3 per poter avere il quantitativo di vaccini, che sarà proporzionale ovviamente alla popolazione target, che saranno gli anziani, i soggetti con patologie concomitanti e via via tutte le altre categorie».

EPA/Stephen Brashear | Un’infermiera si prepara a somministrare il vaccino Pfizer.

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